suol vantare in quel che fa
che ci paghino è giusto dover,
ma perché la speranza è un piacer.
si dà credito al nostro saper;
non è colpa del nostro mestier.
si deve approvar. (Cardano parte seguitato da’ zingari e dalle zingare)
ed è un ben che comune sarà.
Caro pegno, che ardire mi dà!
Poverino mi fate pietà. (Parte)
Povera figlia cosa ho da far?
Zingara certo non vuo’ restar.
fatti non sono per ingannar.
Qual è il partito ch’ho da pigliar?
questa o quest’altra s’ha da pigliar;
zingara certo non vuo’ restar. (Parte)
non mi vuo’ sacrificar. (Parte)
Carolina arriverà. (Parte)
Qualchedun mi par sentir...
Quante cose avrei da dir!
Quante cose avrei da dir!
È una pena da morir. (Parte)
la mia destra ed il mio cor.
consolate il fido amor. (Tutti tre si tengono per la mano)
Moderate un tal rigor. (A Pancrazio)
Fato! Sorte! Cielo! Amor!
Son notaio e son dottor. (Perillo e Pancrazio seduti; l’uno detta piano, l’altro scrive)
Qualche mal gli arriverà.
Qualche mal gli arriverà. (Fra di loro e sottovoce)
Cuore ingrato, ben ti sta.
Guardie, guardie, eccole là.
Guardie, guardie. Eccole là. (A suono di tamburo, vedesi entrare la guardia di granatieri. Carolina in virtù del talismano ha preso l’abito e la figura del sargente della guardia)
Per pietà, per compassion.
Ahi ahi ahi, che gran crudeltà!
Ahi, che male, che male mi fa!
Ahi ahi ahi, che gran crudeltà.
Cara voce che gioia mi dà. (Con allegria)
Qual motivo gioiosi vi fa?
Ahi ahi ahi, che gran crudeltà!
Ahi, che male, che male mi fa!
Ahi ahi ahi, che gran crudeltà. (Fingendo con affettazione)
Ah ah ah, da rider mi fa.
si son visti in tal guisa arrivar.
l’amor proprio si può soddisfar. (Parte)
invitarmi a danzare e a cantar.
mi pareva... ed ancora mi par...
Ah Perillo mi venne a svegliar. (Parte)
Eppure ancor mi piange il cor.
Sento qua drento di te pietà.
e vendetta si farà. (Parte)
pien di speme e pien di zel
ed il mele cangia in fiel,
che m’affonda in mar crudel.
sta aspettando il cor fedel
dissipato il fosco vel. (Parte)
Altolà, tupetù, chi va là? (Imita lo strepito dell’armi da fuoco)
campi, case, castella, città».
saran tutte le tue facoltà.
o Sandrina o il tapatà. (Parte. Imita il suono del tamburo)
veggio un stuol d’amoretti scherzar.
la bellezza mi può consolar. (Parte)
a cercar la carità. (Parte)
l’allegria vuo’ coltivar.
vuo’ cantare e vuo’ ballar. (Accompagna il canto con qualche movimento di danza e parte)
la mia figlia può arrivar).
se la figlia puoi trovar!
M’incomincio ad imbrogliar.
non so più quel che ho da far.
Torneremo a cominciar. (Parte coi servi)
quel che in me nasconde amor.
della mia felicità. (Partono per vie separate)
contro il zio, contro il tutor?
Mi si accordi un difensor.
che puoi farti dell’onor. (Con ironia)
in voi spera il protettor. (A Pancrazio)
ed è giusto il mio timor.
e domando un difensor. (Carolina entra in abito e figura d’avvocato con foglio in mano)
pien di zelo e di fervor.
Lo presento al tribunal. (Dà vari fogli ad un servitore, il quale li distribuisce a tutto il congresso. Tutti osservano e leggono)
concepire, oh dio, non so. (Fra di loro)
non temer, ti salverò. (Da sé. In questo tempo i legisti aprono i fogli e leggono piano)
ora è tempo d’operar. (Fra di loro)
non ha molto da sperar. (Le carte prendono fuoco nelle mani de’ legisti, quali si spaventano e le gettano a terra)
scaccierà quel tristo odor.
Grazie, grazie del favor.
ascoltate... Eccì, eccì. (Sternuta)
Viva, viva. Eccì, eccì. (Sternutano)
Buon tabacco. Eccì, eccì. (Sternutano)
Ecco qui del testator (Sternuta ed è affaticato)
Ah vedete... Eccì, eccì. (A Pancrazio sternutando)
Comprendete... Eccì, eccì. (Lo stesso)
il mio petto... eccì, eccì,
mi si spezza, eccì, eccì. (I leggisti si levano)
(Mi fanno ridere). Eccì, eccì.
Deh restate... Eccì, eccì.
Non è possibile; eccì, eccì.
Che pena orribile! Eccì, eccì.
Sento che il cerebro... Eccì, eccì.
E che l’esofago... Eccì, eccì.
(Mi fanno ridere). Eccì, eccì.
Tabacco orribile. Eccì, eccì. (Tutti sternutando e facendo de’ contorcimenti partono)
Qualcun sento dirmi al cor:
«Del tuo mal tu sei l’autor».
Povere donne! Che abbiam da far?
no, poverini, lasciamo andar,
che senz’amanti non si può star. (Parte)
senta il vostro almen pietà.
No, per noi non v’è pietà.
Ah qual pena! Qual orror!
Qual affanno! Qual terror!
ch’egli sol può consolar.
Che lo sdegno, che il rigor
ceda il loco al dio d’amor.
qualche straccio d’amator.
Che lo sdegno, che il rigor
ceda il loco al dio d’amor.
m’induce a delirar. (Parte)
che fra l’onde immobil sta. (Parte)
quante arene son nel mar.
Per l’appunto dite il ver.
gente, birri, guardie, olà.
ebbe ardir qui porre il piè?
Tu l’avrai da far con me.
la pietà vi parli al cor.
signor dottor. (Con ironia)
Guardie... Guardie... Eccole qua. (Carolina in abito da sargente con guardia di granatieri)
Per pietà, per compassion!
Per pietà, per compassion.
a’ suoi pari il traditor.
va crescendo il mio dolor.
Più non penso al traditor. (A Sandrina)
No; m’ha offeso nell’onor. (A Lindoro)
Ahi ahi ahi che gran crudeltà.
Ahi che male, che male mi fa.
Ahi ahi ahi, che gran crudeltà.
Ah ah ah, da rider mi fa.
Cara voce, che gioia mi dà.
Qual motivo gioiosi vi fa.
Ahi ahi ahi, che gran crudeltà.
Ahi che male, che male mi fa.
Ahi ahi ahi, che gran crudeltà.
Ah ah ah, da rider mi fa.
della truppa il primo onor;
che pareggi il suo valor.
della truppa il primo onor.
per dispetto e per dolor.
della truppa il primo onor,
che pareggi il suo valor.
la sorte io vuo’ tentar. (Parte)
«Ferma, aspetta; non lo far».
impazzire e delirar. (Parte)
volgo incerto il guardo e ’l piè.
Carolina è ognor con te».
ch’io mi sento già mancar;
mi venisti a risvegliar? (Parte)
vo i miei torti a vendicar.
fin là dentro s’ha da andar.
Ah Sandrina, e che ti par?
oh che pianto! Oh che terror!
viva, viva il vincitor. (Parte)
che ancor posso innamorar.
che pretende questo cuor.
al mio primo e solo amor. (Parte)
Questo pure anch’io lo so
concepire oh dio non so. (Fra loro)
non temer; ti salverò. (Da sé)
non ha molto da sperar. (Le carte prendono fuoco nelle mani de’ legisti, quali si spaventano e le gettano a terra)
che si possa giudicar. (Partono)
torneremo un altro dì. (I legisti partono confusamente seguitati da Pancrazio e Giannina che cercano di arrestarli)
tutto gioia è questo cor.
si cercherà. (Con ironia)
del piacer di questo cor.
ricompensa il dio d’amor.
se per guida ha l’onestà.