Metrica: interrogazione
121 tronchi in La vendemmia Roma, Mainardi, 1760  (pezzi chiusi) 
che c’invita a respirar.
quell’amor che li ferì.
de’ suoi grappoli spogliar;
su venite a vendemmiar. (Cecchina e Rosina con l’altri vanno a vendemmiare)
degne d’eguale amor. (Parte)
quel cor non è per te. (Parte)
corremo a mangiar. (Li famigli preparano l’occorente e i lavoratori si avanzano e si mettono a mangiare)
vuo’ saper che cosa c’è.
                      Così è.
e il mio cor non sa il perché.
e il mio cor non sa il perché.
dai al ladro che sen va. (Tutti corrono via, Fabrizio con somma pace si pone a mangiare)
   Dov’è il ladro? (A Fabrizio)
                                 Chi lo sa? (Mangiando)
Dov’è andato? (A Fabrizio)
                             Per di là. (Come sopra)
   Buon pro faccia. (A Fabrizio)
                                    Signorsì.
                             Eccolo qui. (Prende un fiasco e beve)
Non mi muovo in verità. (Mangiando)
presto di qua. (Vengono i villani per discacciarlo)
va crescendo un fiero ardor.
e mi voglio riposar... (A poco a poco si va addormentando)
lo stesso gli farò. (Come sopra)
pian pian puncicherò. (Gli punge una gamba)
Ah signor per carità. (Lo spaventano)
                          Ah ah ah. (Ippolito si scopre, Cecchina e Rosina si fanno avanti)
                        Ah ah ah.
quest’insolenze non soffrirò.
Cospettonaccio, me n’anderò. (Parte)
consigliate pietoso il mio cor.
«È pur bella la pace del cor».
   Oh questo poi no... (Tira a sé Ippolito)
Lo voglio per me... (Come sopra)
Ci andiamo a maritar. (Partono coi finti cavalieri)
lo sposo eccolo qua. (Cecchina conduce per mano Berto e Rosina Geppino accompagnate da villani e villanelle)

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