Metrica: interrogazione
344 settenari (recitativo) in Tigrane Venezia, Rossetti, 1741 
lo stral d’amor non pugne.
è ancor d’Apamia amante;
correr l’onda vermiglia.
                 Di Cleopatra,
Tu il puoi, quando a te piaccia
Ha l’offerta d’un trono
Sì; ma, alzandomi a quello,
                                    Sire,
ti sia in grado... Ma veggio (Mitridate si turba)
la pace a’ tuoi pensieri.
Fia servo Oronte e intanto
Rasciuga il pianto, o cara,
Si chiami Cleopatra. (Ad un paggio che parte)
dar tregua a’ miei sospiri.
                              Ah padre...
                   Ho già risolto.
Se il cuor non hai di scoglio,
                               Non gl’odo.
                           Non lo curo.
               Dico che siete
usa ogn’arte, ogni vezzo;
Ma, oh cieli! Ei qui sen viene.
              Al suo nume avanti
                               Or dimmi.
                             E in quella
                    E qual ardore
L’amor mio? Qual certezza
                          Più volte
                                    Il trono
                           Nol chiesi.
che per te giacque estinto,
              Nella gran pugna,
M’esce dagl’occhi il pianto.
                         Qual si deve
I natali... (Levasi in piedi)
                    Gli sprezzo.
                     Oltragiosi.
                      Indarno sparso.
                               Sì.
Sì, ch’ei parta, ch’ei muoia!
Ah, che il mio cor, trafitto
                        Vaneggia.
Ah scoperto son io. (Desta Cleopatra)
                Frena la lingua.
si custodisca e dia (Le guardie disarmano Tigrane)
ch’ei col suo fallo affretta,
                                     L’approvo.
(Ma intanto il cuore amante
                                  E dove?
                  Deh, che miro?
e in questa, onde a te venni,
che al mio voler t’accheti
                                Fatale
Dunque fuggì Tigrane? (Sopraviene Mitridate e ascolta)
de’ bellici tormenti (Battono con gli arieti)
cade distesa al suolo. (Cade parte del muro e si vede il palazzo con scale di Cleopatra)
mi segua; io sono il primo; (Montan la breccia)
Venite; al vostro ardire (Si battono)
Sento che l’alma spira. (Cade tramortita in braccio a’ soldati)
oimè, ch’ella sen langue.
Ch’ei si sciolga, o soldati. (Lo sciolgono da’ suoi ceppi)
e vuoi che sempre io pianga?
Ma Oronte, Apamia, il padre...
Ma il tuo amor? La mia fede?
ch’or da te chieggo è questa.
dal crin gli allori? E il tragge
                          Che veggio!
del tuo re l’alma acchetta. (Sopraviene Tigrane)
                             Ah vista
Giusto è ben che tu incontri
in faccia a un mondo intero,
                     Che coraggio!
m’offro alla morte e stendo,
Padre, lascia ch’io imprima

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