Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA X
 
 APAMIA, TIGRANE
 
 Apamia
490Signor, sulla mia fronte
 leggi a torbide note
 di pietade e d’amor teneri sensi.
 Tigrane
 Vedo in fronte al mio fato
 di sdegno e d’empietà barbari segni.
 Apamia
495Tigrane quella scure
 che minaccia il tuo capo
 già mi ferisce il core.
 Tigrane
 Generosa pietade.
 Apamia
                                    Ecco pertanto
 che di porre in sicuro oggi tua vita
500e di donarti libertà risolvo.
 Basta solo...
 Tigrane
                         E che vuoi?
 Apamia
                                                 Ch’io possa amarti.
 Tigrane
 È già d’altri il mio cor.
 Apamia
                                            Ma sono anch’io
 di sangue illustre e di mie luci al lampo
 più d’un amante adoratore ascolto.
 Tigrane
505Venero il sangue illustre
 e tua virtù; ma non adoro il volto.
 Apamia
 Or senti; il tuo destino
 sta in mia mano; tu sei mio prigioniero;
 e il colpo è già vicino.
510O viver meco o senza me morire;
 eccoti in questo seno
 e vita e morte; scegli; or che dir sai?
 Tigrane
 Vuoi ch’io scelga? Vuo’ morte.
 Apamia
                                                         E morte avrai.
 
    Ti lascio, o core ingrato,
515in braccio del tuo fato,
 in preda al mio rigor.
 (Ah che l’adoro ancor
 benché crudele).
 
    Volesti core indegno
520mio sdegno provocar.
 (E pur nol posso odiar
 benché infedele).