Metrica: interrogazione
53 sineresi in L'olimpiade Venezia, Rossetti, 1738  (recitativo) 
dee presentarsi al tempio? Il grado, il nome,
sarà premio Aristea, figlia reale
possessor d’Aristea. Vanne, disponi
                            Dunque dovea la mano
com’ei stesso dicea, ramingo, afflitto.
la vita vi perdea. Licida a sorte
sempre v’è tempo. È d’imeneo per noi
                                  Che?
                                              Chiamo a nome
                          Ed Aristea si chiama?
                          Sola Aristea.
                                                   (Son morto).
ch’io gli ceda Aristea non è diverso
la povera Aristea. Tornasti e come
non son rea d’un pensier. Sempre m’intesi
                                         (Povera Argene!)
                                     Giusta è la brama.
il ciel t’accoppia; e nol potea più degno
                                              Ma non poss’io
ma coraggio Aristea. L’alma prepara
che m’ardea nel pensier fiamma d’onore?
adorata Aristea. Seconda i moti
Ardir. Vado, Aristea. Rimanti in pace.
bella Aristea, non avvilirti; ascolta,
                           Tutto. T’affretta, o prence,
Deh pensa ad Aristea. (Che dirà mai
Semiviva Aristea... Megacle afflitto...
Aristea non raggiungo). Io non intendo,
Invero io son la rea. Picciole pruove
io volea dirgli, ei mi prevenne: «Aminta,
d’Ercole e di Teseo le vie di morte.
                                A me tal cenno?
                                                               Impara
che fo? Con chi mi sdegno? Il reo son io,
                            Senza Aristea non posso,
adorata Aristea, la mia sventura.
se ’l ciel nol difendea, ne avrebbe involti!
nuda la fronte avea, lacero il manto,
minaccioso parea, prorompe il pianto.
nulla risponde. È reo di morte e pare
o pietosa Aristea. Facciano i numi
la pietà d’Aristea. Chi sa se ’l padre
                                      Ed Aristea non giunse?
ottenuto l’avria. Ma un reo per l’altro
                                          Qual è?
                                                           Son io.
se me non vuoi. L’aureo monile è questo
Parla. Ma siano brevi i detti tuoi.
che al collo avea, quando l’esposi all’onde,
                                            Io chiedo solo
mio re, son reo. Deh mel perdona. Io tutto
gemello ad Aristea. Delfo m’impose
Megacle d’Aristea vorrei consorte
ma Filinto, il mio figlio, è reo di morte.
Non è più reo quando è tuo figlio.
                                                              È forse
a cui tu presiedesti. Il reo dipende

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