Germondo, London, Cadell, 1776

Vignetta Frontespizio
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Galleria negli appartamenti d’Alvida.
 
 GERMONDO ed ALVIDA
 
 Alvida
 Prence, qual è l’evento
 ch’empie la reggia di tristezza e sembra
 ch’a me sola si celi?
 Germondo
                                       Ah! Il fato avverso
 ci ha colpiti, o regina! Abbiam, se falso
5di voce universal non è il terrore,
 tu perduto lo sposo, io ’l genitore.
 Alvida
 (Oh ciel! M’avrian le stelle
 disciolta alfin dall’odiato oggetto!)
 Germondo
 Quell’onor, quel rispetto,
10che dal padre alla sposa era dovuto,
 il figlio, il successor t’offre in tributo.
 Alvida
 Ah Germondo, in te solo
 la mia speme riposa, e sento... (Oh dio!
 Freno il corso con pena all’amor mio).
 Germondo
15Modera il tuo dolor.
 Alvida
                                       Ma, prince, il regno
 stanco d’un re, ch’avido di trionfi
 non accordò alla sposa
 finor che il nome e di regina il grado,
 questo regno che t’ama e ti rispetta
20da te riposo e sicurezza aspetta.
 Ah! Di Marte e di Diana
 rigido adorator, sarai tu sempre
 il nemico d’amore?
 Germondo
                                      Ah no, regina,
 d’un eroe valoroso
25seguo le tracce, è ver; ma no, d’amore
 io nemico non son quanto si crede.
 (Rosmonda, l’idol mio, ne può far fede).
 
    D’alma forte ognor trionfa
 il desio di saldo onore.
30Pur tallor le vie d’amore
 nobil cor seguendo va. (Parte)
 
 SCENA II
 
 ALVIDA, poi CRATERO
 
 Alvida
 Stelle! Che intesi mai! Qual nova speme
 m’anima, mi conforta?
 Germondo, idolo mio, d’amor capace
35è il tuo bel cor?.... Ma che ragiono audace?
 Come, ah come sperar del figlio in petto,
 sposa del genitor, destare affetto?
 Cratero
 Perché sempre sì mesta,
 perché afflitta, o regina?
 Alvida
                                               Ah, del mio core
40mio malgrado, Cratero,
 penetrasti l’orror; piucché io non dico,
 dagli occhi miei, da’ miei sospir tu vedi
 e la cagion del mio dolor mi chiedi?
 Cratero
 Alarico vivente, un novel foco
45potea farti arrossir ma, poiché il padre
 chiuso per sempre ha il ciglio,
 contrastarti chi può d’amare il figlio?
 Alvida
 Ah questo amor che nacque
 in seno della colpa
50di rendere innocente invan presumo;
 eppur.... fato inumano!
 Tento vincer me stessa e ’l tento invano.
 
    Sventurata, invan mi lagno,
 sordo il ciel è al mio lamento;
55ah! Potessi un sol momento
 la mia fiamma in sen calmar. (Parte)
 
 SCENA III
 
 CRATERO, poi ROSMONDA
 
 Cratero
 Serva la sua passione
 al mio amor, al mio sdegno,
 amante di Rosmonda,
60di Germondo rival.... Ma vien la bella
 cagion delle mie pene;
 l’importuno timor ceda alla spene.
 Rosmonda
 È permesso, Cratero,
 la regina veder?
 Cratero
                                 Trista, dolente,
65poc’anzi mi lasciò.
 Rosmonda
                                    Del suo cordoglio
 comprendo il peso e sono a parte anch’io
 e pensando al suo duol mi scordo il mio.
 Cratero
 D’Alarico la morte
 libera alfin ti rende. Il vuoto soglio
70de’ Vandali ti aspetta
 e l’amor de’ vassalli il giorno affretta.
 Rosmonda
 Lusingarmi non so. Germondo è erede
 dei diritti paterni e forse, oh dio!
 dell’odio alla mia stirpe.
 Cratero
                                               Eh meco invano
75tenti dissimular ciò che il mio core
 penetrò da gran tempo. I tuoi begli occhi
 cangiar del fier Germondo
 i costumi, i pensieri.
 Ei t’ama, il sai, ed in lui sol tu speri.
 Rosmonda
80Un’infelice, è vero,
 potea nel cor del prence
 destar qualche pietà. Ma al trono asceso,
 chi sa, chi m’assicura
 ch’ei non renda mia sorte anche più dura?
 Cratero
85Ah, se ti manca un braccio,
 se un cuor ti manca a sostenerti al trono,
 osa, parla ed imponi
 e del mio brando e del mio cuor disponi.
 
    Se quel bel labbro, o cara,
90il tuo pensier mi dice,
 io ti vedrò felice
 sul trono riposar. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 ROSMONDA, poi GERMONDO
 
 Rosmonda
 Il mio regno, il mio trono
 di Germondo è nel cuore... Eccolo, oh dei!
95La prima volta è questa
 che a quel soave aspetto
 mi trema il cor co’ neri dubbi in petto.
 Germondo
 Rosmonda, idolo mio...
 Rosmonda
                                             Signor...
 Germondo
                                                               Deh, lascia
 questi indegni di te timidi accenti,
100segni di schiavitù. Le tue catene
 disciolse amor. Libera sei, non vedi
 in me del padre il successor regnante?
 Vedi l’amico tuo, vedi l’amante.
 Rosmonda
 Ah! Poss’io lusingarmi
105del tuo amor, di tua fé?
 Germondo
                                             Più certa prova
 dartene non poss’io. Divider teco
 come il mio cor vuo’ la mia sorte e il regno;
 lo giuro ai dei; prendi la destra in pegno.
 Rosmonda
 Ah! Mi basta il tuo cuor...
 Germondo
                                                 Ma soffri, o cara,
110ch’or da te m’allontani...
 Rosmonda
                                               Oh ciel!
 Germondo
                                                                La voce
 sentomi al cor del genitor che affretta
 i doveri d’un figlio alla vendetta.
 Rosmonda
 Come! Nel primo istante
 che incominci a regnar...
 Germondo
                                                Navi ed armati
115tutto è pronto al grand’uopo.
 Rosmonda
                                                      E abbandonarmi
 sola potrai?
 Germondo
                         Resta d’Alvida al fianco.
 Rosmonda
 Alvida! Oh ciel! Non oso
 svelarti un mio sospetto.
 Germondo
 Sappia ch’io t’amo e t’userà rispetto.
 Rosmonda
120Deh non voler....
 Germondo
                                 Lisimaco m’accenna
 che parlarmi desia.
 Rosmonda
                                      Deh, pensa, oh dio!
 qual sarà, se mi lasci, il viver mio.
 
    Non lasciarmi in tanti affanni,
 s’hai pietà del mio dolore;
125dono sia d’un fido amore
 la tua bella fedeltà. (Parte)
 
 SCENA V
 
 GERMONDO, poi LISIMACO
 
 Germondo
 Come sola lasciarla!
 Come esporla agli eventi!...
 Lisimaco, che rechi?
 Lisimaco
                                        Un de’ seguaci
130d’Alarico qui giunse
 e la novella ha sparsa
 ch’ei vive e a noi ritorna.
 Germondo
                                                Ah! Di natura
 sacri moti, v’intendo. Al vicin porto
 corri, vedi, rintraccia,
135esamina, confronta e t’assicura
 se vive il padre mio. Va’, del tuo zelo
 non avrai a pentirti;
 consolami, se puoi.
 Lisimaco
                                      Volo a obbedirti. (Parte)
 Germondo
 Rosmonda, oh dio! se il genitor respira,
140che fia di te, che fia di me? Preveggo
 a quale il suo ritorno
 dura legge può esporci. Eppure ad onta
 del tuo, del mio periglio,
 sento ch’io sono amante e ch’io son figlio.
 
145   Divisi al cor vi sento,
 teneri affetti miei.
 Stringere al sen vorrei
 l’amante e il genitor. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 Porto di Aranna con navi, da una delle quali sbarca ALARICO con seguito di marinari e soldati
 
 Alarico
 Grazie a te, o nume che sull’onde imperi,
150di nuovi lauri adorno,
 le patrie mura a riveder ritorno.
 Sottisfatto è l’onor, pago è lo sdegno;
 ed aggiungo a’ miei regni un nuovo regno.
 Ma, che vedo? Lisimaco!
 
 SCENA VII
 
 LISIMACO ed i suddetti
 
 Lisimaco
                                                Signore,
155qual astro a noi, qual nume
 finalmente ti rende? Il regno in pianto
 lungamente per te....
 Alarico
                                         Quai nuove, oh cieli!
 del figlio mio, della mia sposa?
 Lisimaco
                                                           Entrambi
 per te afflitti e dolenti...
 Alarico
                                              Andiamo, amici,
160andiam. Ciascun di voi
 dee bramar, come io bramo
 dopo lunghi perigli,
 di riveder le care spose e i figli.
 
    Dio del vasto impero algoso,
165fida scorta a’ miei disegni,
 deh! m’accorda il mio riposo
 fra le braccia dell’amor. (Parte col seguito)
 
 SCENA VIII
 
 LISIMACO, poi ROSMONDA
 
 Lisimaco
 Pel più breve cammino
 volisi il prence a prevenir... Che veggo!
170Rosmonda al porto? Oh dei!
 Non arresti importuna i passi miei.
 Rosmonda
 Ah! Lisimaco, è ver che novel grido
 succeduto è di fama al suon primiero.
 Vive Alarico e a noi ritorna.
 Lisimaco
                                                     È vero.
 Rosmonda
175Stelle! Di quel drappello
 forse Alarico è il conduttore?
 Lisimaco
                                                       È quello.
 Rosmonda
 Misera! Ah son perduta!
 Ritorna il mio tiranno.
 Germondo il sa, me lo nasconde, ingrato!
180Perché barbaro fato
 lusingarmi finor? Germondo, oh dio!
 mi sagrifica al padre. Ah quel ch’io sento
 dir non potrei... Palpito, tremo. Appena
 un raggio di speranza
185tenta serbarmi in vita.
 Santi numi del ciel, soccorso, aita!
 
    Son qual nave abbandonata,
 minacciata da procella;
 senza scorta e senza stella,
190temo i scogli e temo il mar.
 
    Chi mi toglie al mio periglio?
 Chi mi guida in seno al porto?
 Il consiglio ed il conforto
 da chi mai potrò sperar?
 
 Fine dell’atto primo