La buona figliuola, Venezia, Zatta, 1789

 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino delizioso di vari fiori con veduta del palazzo del marchese.
 
 CECCHINA sola
 
 Cecchina
 
    Che piacer, che bel diletto
 è veder in sul mattino
 con la rosa il gelsomino
 in bellezza gareggiar;
 
5   e potere all’erbe, ai fiori
 dir: «Son io coi freschi umori
 che vi vengo ad inaffiar».
 
 Ah non potea la sorte,
 in mezzo al caso mio duro e funesto,
10esercizio miglior darmi di questo!
 Povera sventurata!
 Non so di chi sia nata;
 questo è il tristo pensier che mi tormenta;
 pur tra le piante e i fiori
15trovo il solo piacer che mi contenta.
 Godo con le mie mani
 un germoglio troncar dall’arboscello
 e mirarlo cresciuto arbor novello.
 Godo io stessa innestar sul prun selvaggio,
20in dolce primavera,
 or le pesche succose ed or le pera.
 
 SCENA II
 
 MENGOTTO e la suddetta
 
 Mengotto
 Oh Cecchina, buongiorno.
 Cecchina
 Mengotto, ti saluto.
 Mengotto
 Eccomi, ad aiutarti io son venuto.
 Cecchina
25Tardi venisti affé;
 ho adacquato da me quanti tu vedi,
 ne’ bei recinti erbosi,
 opre delle mie man, fiori odorosi.
 Mengotto
 Manca nel tuo giardino,
30manca, Cecchina bella, il più bel fiore.
 Cecchina
 Qual è il fior che vi manca?
 Mengotto
                                                    Il fior d’amore.
 Cecchina
 Non so che cosa sia.
 Mengotto
 Cara Cecchina mia,
 senti che fiore è questo e dimmi poi
35se in beltà, se in piacer sorpassa i tuoi.
 
    Quel che d’amore
 si chiama il fiore
 è d’un bel core
 la fedeltà.
 
40   D’un’alma fida,
 d’un cuore onesto
 più bell’innesto
 no non si dà.
 
 Cecchina
 Eh Mengotto, Mengotto,
45di questo fior sì bello,
 che il tuo labbro e il tuo cor vanta così,
 intesi a dir questa canzone un dì.
 
    Ogni amatore
 nel proprio core
50il fior d’amore
 vantando va.
 
    Ma dove nasca
 la bella pianta
 che il labbro vanta
55nessuno il sa.
 
 Mengotto
 Posso farti vedere
 che la pianta felice
 di Mengotto nel seno ha la radice.
 Sì, ti sarò fedele e fedelone,
60bastami solo un po’ di compassione.
 Cecchina
 Compassione da me ne avrai da vendere
 ma di più non so dar, più non pretendere.
 Mengotto
 Niente, niente d’amor?
 Cecchina
                                             Sì, se ti basta
 quell’amor con cui s’amano
65i fratelli, gli amici,
 nell’innocente amor c’entri ancor tu,
 come amico e fratello e niente più.
 Mengotto
 Ah Cecchina, al mio foco
 fratellanza, amicizia è troppo poco.
70Ma piuttosto che niente,
 amami da parente. Un dì, chi sa?
 parentela fra noi cangiar potrà.
 
    Non comoda all’amante
 l’affetto di parente;
75però meglio è che niente;
 mi voglio contentar.
 
    Se mi ami da fratello,
 un dì, visetto bello,
 potrà la sorellina
80sposina diventar.
 
 SCENA III
 
 CECCHINA, poi il MARCHESE
 
 Cecchina
 Per dir la verità,
 sento qualche pietà per lui nel core
 ma mi fa ingrata un mio segreto amore.
 Non ardisco di dirlo.
85Mai nessuno il saprà...
 Oh ciel! Dove m’ascondo? Eccolo qui.
 Marchese
 Brava! Sei di buonora
 questa mane venuta al tuo mestiere.
 Cecchina
 Signor, fo il mio dovere.
 Marchese
                                               Ma non voglio
90che così ti affatichi. Altri ci sono
 e villani e villane
 fatti per queste cose grossolane.
 Tu sei una ragazza tenerina.
 Tu sei...
 Cecchina
                  Cosa, signor?
 Marchese
                                             La mia Cecchina.
 Cecchina
95Certo; son cosa vostra;
 se voi mi date il pane,
 comandar mi potete.
 Marchese
                                         Ben, comando
 e voglio e dico, ed obbedir conviene,
 che tu, Cecchina mia... mi voglia bene.
 Cecchina
100Signor, con sua licenza. (Vuol partire)
 Marchese
                                              Dove vai?
 Cecchina
 Ancor non adacquai
 certe piante novelle...
 Marchese
                                          Eh che c’è tempo.
 Senti... Ti vuo’ parlar... Vuo’ confidarti...
 (Non posso più; voglio scoprirle il core). (Da sé)
 Cecchina
105(Mi batte in seno... Ah non tradirmi, amore). (Da sé)
 Marchese
 Tu sei una fanciulla
 che merita un tesoro;
 un amante son io che da te brama
 grata corrispondenza.
110Cara, non mi negar...
 Cecchina
                                         Con sua licenza. (Parte correndo)
 
 SCENA IV
 
 Il MARCHESE solo
 
 Marchese
 Senti, senti, Cecchi... Va come il vento.
 Eh, dal suo turbamento
 capisco che mi adora
 ma teme a dirlo ed è innocente ancora.
 
 SCENA V
 
 SANDRINA con due canestri di frutti ed il suddetto
 
 Sandrina
 
115   Poverina, tutto il dì
 faticar deggio così?
 Lavorare e coltivar
 e le frutta ho da portar.
 
    E son tanto tenerina;
120poverina,
 chi mi viene ad aiutar?
 
 Marchese
 (Costei amica è di Cecchina. Io voglio
 confidarmi con lei). Sandrina, appunto
 ho bisogno di te.
 Sandrina
                                 Con questo peso
125trattenermi non vuo’.
 Marchese
 Via, non ci vede alcun, t’aiuterò. (Leva a Sandrina i cesti dalle spalle e li pone in terra)
 Sandrina
 (Oh, credere conviene
 che il padrone davver mi voglia bene).
 Marchese
 Dimmi... Ma pria ch’io passi
130a confidarti il cuore,
 vorrei saper se mai provasti amore.
 Sandrina
 Dirò... Così e così...
 Marchese
 Dunque sai cosa è amore.
 Sandrina
                                                 Eh, signorsì.
 Marchese
 Sappi, te lo confido,
135ch’io sono innamorato
 e bisogno ho di te.
 Sandrina
 (Eh già lo vedo; è innamorato in me).
 Marchese
 Altri che tu, Sandrina,
 mi potrsti aiutar.
 Sandrina
                                   Oh sì, signore,
140comandatemi pur, son di buon cuore.
 Marchese
 Amo.
 Sandrina
              L’avete detto.
 Marchese
 Ma sai qual sia l’oggetto?
 Sandrina
                                                Non so dire...
 Ma... quasi il mio cervello
 sel pensa e l’indovina... (Mostrandosi consolata)
 Marchese
145Senti, te lo confido. Amo Cecchina. (Sandrina si mortifica)
 So che amica le sei; fra voi ragazze
 confidarvi solete;
 e a ragionar con te
 non avrà quel rossor ch’ella ha con me.
 Sandrina
150Signore vi dirò...
 Contadina son nata
 ma non mi piace far quest’imbasciata.
 Marchese
 Oh, che sciocco discorso!
 Si tratta d’un’amica,
155si tratta d’un padrone
 e ti regalerò.
 Sandrina
 (Mi voglio vendicar). Vi servirò.
 Marchese
 Poc’anzi le parlai
 ma dir non terminai.
160Tu, Sandrina, per me le parla un poco.
 Dille che tutto foco...
 Dille che gli occhi suoi...
 Dille che se vorrà... Capir mi puoi.
 
    È pur bella la Cecchina!
165Mi fa tutto giubilar.
 Quando parla modestina
 mi fa proprio innamorar.
 
    Quel bocchino picinino,
 quegli occhietti sì furbetti...
170Ah di più non si può far.
 
    Ma tant’altre vanarelle
 che von far le pazzarelle
 non le posso sopportar.
 
    Via le belle, via le brutte.
175Vadan tutte;
 sol Cecchina voglio amar.
 
 SCENA VI
 
 SANDRINA, poi il cavaliere ARMIDORO
 
 Sandrina
 Dille, parlale. Oh certo! Sì signore.
 Affé non son sì pazza;
 anch’io son tal ragazza
180che può avere l’amor d’un cavaliere
 né per altri vuo’ far questo mestiere.
 Cavaliere
 Villanella gentil.
 Sandrina
                                 La riverisco.
 Cavaliere
 Siete voi del recinto?
 Sandrina
                                         Sì signore.
 Cavaliere
 Saper vorrei se la padrona è alzata.
 Sandrina
185Nol so, che ritornata
 son di lontano or ora
 a portar queste frutta alla signora. (Accennando i cesti)
 Cavaliere
 Si può veder?
 Sandrina
                             Chi siete?
 Cavaliere
                                                  Il cavaliere
 Armidoro son io, cui la marchesa
190destinata è in isposa, e qui mi sprona
 desio di riverirla.
 Sandrina
 Mi consolo, signor; vado a servirla.
 Oh che la mia padrona
 è tanto e tanto buona!
195Con lei certo sarete fortunato
 ma... vi tocca un gran pessimo cognato.
 Cavaliere
 Il marchese?
 Sandrina
                           Signore...
 io non voglio dir mal... Ma se sapeste...
 Basta, non vuo’ parlare,
200perché il vizio non ho di mormorare.
 Cavaliere
 Ditemi in cortesia,
 meco parlar potete.
 Sandrina
 Vel dirò in confidenza; ma tacete.
 Cavaliere
 Levatemi di pena.
 Sandrina
                                    È innamorato
205di certa simoncina
 nominata Cecchina,
 giovane forastiera
 che fa la giardiniera. Non si sa
 dove sia nata né di chi sia figlia.
210Ed ei non si vergogna,
 non dico sol d’amarla,
 ma si crede che voglia anche sposarla.
 Cavaliere
 Possibil che ciò sia?
 Sandrina
                                       Ve l’assicuro.
 Cavaliere
 Ah se ciò fosse vero,
215pria di porger la mano alla marchesa,
 ci penserei ben bene.
 Sandrina
                                          È tanto vero,
 e con tal fondamento ora vi parlo,
 che anche su l’onor mio posso giurarlo.
 
    Sono una giovane
220che in vita mia
 tacciar non possono
 d’una bugia;
 e non so fingere,
 non so mentir.
 
225   Il mio padrone...
 Non vuo’ parlare.
 La giardiniera...
 Non vuo’ ciarlare.
 So tutto il resto
230ma più di questo
 non voglio dir. (Parte con i suoi cesti)
 
 SCENA VII
 
 Il cavaliere ARMIDORO
 
 Cavaliere
 Amo, è ver, la marchesa,
 son contento di lei
 ma un sì vil parentado io sdegnerei.
235E innanzi che mi giunga
 ad acciecare il faretrato arciero,
 scoprir vogl’io se un tal periglio è vero.
 
    Scherza il nocchier talora
 con l’aura che si desta
240ma poi divien tempesta
 che impallidir lo fa. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Logge terrene corrispondenti al giardino.
 
 La MARCHESA, poi SANDRINA
 
 Marchesa
 Caro albergo di pace,
 lungi dal mormorio, lungi dal tedio
 di città popolosa,
245sempre dolce mi fosti. A te d’intorno
 spira un aere giocondo, un ciel sereno
 ma ora sei al cuor mio piacevol meno.
 Mancami il bel che adoro,
 mancami d’Armidoro il dolce aspetto,
250a compir fra quest’aure il mio diletto.
 Sandrina
 Presto, presto la mancia; in questo punto,
 sarà contenta, il cavaliere è giunto.
 Marchesa
 Va’, che impaziente l’amor mio l’aspetta.
 Sandrina
 (Capperi! La signora ha una gran fretta!) (Parte)
 Marchesa
255Ah, convien dir che i nostri cuori amanti
 s’intendano assai bene.
 Io pensava allo sposo ed ei sen viene.
 
 SCENA IX
 
 Il cavaliere ARMIDORO, SANDRINA e la suddetta
 
 Sandrina
 Via, si va così lento
 a riveder la sposa? (Al cavaliere)
 Marchesa
                                      Ah che opportuno
260vi ha guidato il destino.
 Cavaliere
 Adorata marchesa, a voi m’inchino.
 Marchesa
 Oimè! Nel vostro ciglio
 veder non parmi il bel sereno usato.
 Sandrina
 Lo diceva ancor io; pare insensato.
 Cavaliere
265Compatite un affanno
 che mi turba la quiete. Il mio costume
 per lung’uso vi è noto. Allor che in seno
 nutro qualche dolor, qualche sospetto,
 deggio in viso mostrarlo a mio dispetto.
 Sandrina
270Certo, un uomo sincero è un gran portento.
 Credo non se ne dian quattro per cento.
 Cavaliere
 Detto mi vien per certo
 che il marchese invaghito
 sia di femmina vile e che destina
275sposarla ancor.
 Marchesa
                              E chi è costei?
 Cavaliere
                                                          Cecchina.
 Marchesa
 Spero che non sarà. Di mio germano
 conosco il cor. Ma se dal cieco amore
 si lasciasse tradir, se mai cedesse
 al desio delle nozze inonorate,
280Armidoro crudel, voi mi lasciate?
 Cavaliere
 Quel che farei non so. So che vi adoro,
 so che mi costerebbe
 il perdervi la vita; ma non deggio,
 ad onta dell’amor che mi consiglia,
285il decoro tradir di mia famiglia.
 Deh procurate in tempo
 impedir che non segua. Idolo mio,
 che sarebbe di me, se mai perdessi
 d’un sì bel core il prezioso acquisto?
290Ah il pensarvi m’uccide. Ah non resisto. (Parte)
 
 SCENA X
 
 La MARCHESA e SANDRINA
 
 Marchesa
 Temeraria! Per lei
 perderò chi mi adora?
 Chiamami la Cecchina. (A Sandrina)
 Sandrina
                                              Sì signora,
 la chiamerò; sgridatela ben bene
295quest’incognita ardita e prosontuosa
 ch’esser vorria d’un cavalier la sposa.
 
    Che superbia maledetta
 che si vede a dominar!
 Ogni misera donnetta
300si procura d’innalzar.
 
    Non vi è più fra le persone
 quella giusta proporzione
 che si usava praticar.
 
    Ciascuna oggidì
305col chichirichì,
 lustrissima sì,
 bracciere di qua,
 bracciere di là,
 pomposa, vezzosa
310brillando sen va. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 La MARCHESA, poi CECCHINA
 
 Marchesa
 Manderò la sfacciata
 a far vita meschina e ritirata.
 Ma per sfuggire col german l’impegno,
 finger è forza e simular lo sdegno.
 Cecchina
315Eccomi ai suoi comandi.
 Marchesa
                                               Sì, Cecchina,
 fosti sempre bonina e lo sarai
 e un piacer che ti chiedo or mi farai.
 Cecchina
 Vuol, parlando così, mortificarmi.
 La padrona ha il poter di comandarmi.
 Marchesa
320Aspasia mia sorella
 brama una giardiniera. Ella pregommi
 che io ti avessi al suo desir concesso
 e di cederti ad essa ho già promesso.
 Cecchina
 (Povera me!)
 Marchesa
                            Sollecita
325renditi al cenno mio.
 Cecchina
                                         Dunque, signora,
 seco non mi vuol più?
 Non l’è più cara la mia servitù?
 Marchesa
 Sì, mi sei cara; e se di te mi privo,
 alfin ti mando dai congiunti miei.
 Cecchina
330Ma io... padrona... voglio star con lei.
 Marchesa
 Lo dici per amor?
 Cecchina
                                    Certo... Lo giuro.
 Marchesa
 Dunque se dell’amore
 per la padrona tua vanti sincero,
 mostra coll’obbedir che dici il vero.
 Cecchina
335Signora mia... con vostra permissione...
 l’ha saputo il padrone?
 Marchesa
                                            Colle donne
 ei non ci deve entrare;
 vattene e non mi far più replicare.
 Cecchina
 Obbedirò; ma se il padrone mio...
 Marchesa
340La padrona son io.
 Cecchina
 Non dico ma l’andarmene di qua
 senza dirlo al padrone è inciviltà.
 Marchesa
 Che giovane civile!
 Vanne, non replicare
345o, disgraziata, ti farò portare. (Cecchina resta mortificata e piangente)
 
 SCENA XII
 
 Il MARCHESE e detti
 
 Marchese
 Cecchina, di te appunto
 cerco e ricerco e non ti trovo mai.
 Piangi? Perché? Cos’hai?
 Marchesa
                                                 Da mia germana
 a me fu ricercata
350ed io per civiltà gliel’ho accordata.
 Marchese
 Oh signora sorella,
 vi è una difficoltà.
 Io non voglio che vada e non andrà.
 Marchesa
 Sì sì, cotal ripulsa,
355amabil cavaliero,
 quel che in dubbio credea mostra esser vero.
 Voi l’amate l’indegna.
 Marchese
                                           E perché no?
 Marchesa
 La volete sposar?
 Marchese
                                  Questo nol so.
 Marchesa
 Perfida, disgraziata,
360se pentir non ti fo, non son chi sono.
 Cecchina
 Signor, meco si sdegna
 ed io colpa non ho.
 Marchesa
                                     Sei un’indegna.
 Cecchina
 
    Una povera ragazza,
 padre e madre che non ha,
365si maltratta, si strapazza,
 questa è troppa crudeltà!
 
    Sì signora, sì padrone,
 che con vostra permissione
 voglio andarmene di qua.
 
370   Partirò, me ne anderò
 a cercar la carità.
 Poverina, la Cecchina
 qualche cosa troverà.
 
    Sì signore, sì padrona,
375so che il ciel non abbandona
 l’innocenza e l’onestà.
 
 SCENA XIII
 
 Il MARCHESE e la MARCHESA
 
 Marchesa
 Bell’onor della casa,
 bel rispetto che avete a una germana!
 Marchese
 Per voi ho del rispetto,
380per voi ho dell’affetto,
 vi venero, vi stimo,
 siete del sangue mio;
 ma, signora, vuo’ far quel che vogl’io. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 La MARCHESA sola
 
 Marchesa
 Come! Che disse mai!
385Fu mio germano o pure una megera
 che con aria severa
 mi ragionò sì audace!
 Vuol far quel che gli piace!...
 Perché? Con qual ragione?...
390E intanto egli è cagione
 della rovina mia.
 Dunque che deggio far? Chi mi consiglia?...
 Ah no! Non sarà vero
 che la nostra famiglia
395da un matrimonio vil resti macchiata
 ed abbia una villana per cognata.
 
    Se fia ver che mio germano
 dia la mano alla Cecchina.
 me meschina che farò?
 
400Pensando a questo caso
 io fremo già di rabbia e di livore.
 Sì che mi serpe al core
 un non so che di gelido veleno
 e quasi dal dolore io vengo mano.
 
405   Perché se tanti siete
 che delirar mi fate,
 perché non m’uccidete,
 affanni del mio cor?
 
 SCENA XV
 
 SANDRINA, CECCHINA, MENGOTTO ed il MARCHESE
 
 Sandrina
 Non so dov’è Cecchina;
410la cerco e non la trovo.
 Chi sa dove sia ita?
 Credo che per timore sia fuggita.
 Vorrei che se ne andasse
 lontan le mille miglia.
415Non solo fa l’amor con il padrone
 ma con tutti i villani; e il mio Mengotto,
 innamorato e cotto
 un dì de’ fatti miei,
 ora spasima e muor solo per lei.
420Almeno di sapesse
 chi diavolo ella sia!
 So che fu ritrovata
 sulla strada bambina;
 ma credo che i parenti
425assassini saranno
 che l’hanno abbandonata;
 dubito da una zingara sia nata.
 Cecchina
 
    Vo cercando e non ritrovo
 la mia pace e il mio conforto,
430che per tutto meco porto
 una spina in mezzo al cor.
 
 Sandrina
 
    Che si fa per di qua?
 Signorina, dove va?
 
 Cecchina
 
    Cara amica, addio per sempre;
435già vi lascio e m’incammino
 a cercar miglior destino,
 a cercar sorte miglior. (S’avvia verso la collina)
 
 Sandrina
 
    Vada pur, se se ne va,
 mille miglia via di qua.
 
 Mengotto (S’incontra in Cecchina e la trattiene)
 
440   Dove vai, Cecchina bella?
 Dove vai mio dolce amor?
 
 Sandrina
 
    Sì signore, già si sa,
 con l’amante se n’andrà.
 
 Cecchina
 
    Genti ingrate, m’insultate,
445non avete carità.
 
 Sandrina
 
    Mi condoni, mi perdoni
 della mia temerità. (Deridendola)
 
 Mengotto
 
    Vieni via, che mi contento
 dell’amor di sorellina.
 
 Cecchina
 
450D’una povera meschina
 sia Mengotto il difensor.
 
 Sandrina
 
    Sia Mengotto il conduttor
 dell’amante del padrone
 ed il povero babbione
455sia mezzan del protettor.
 
 Mengotto
 
    Del padrone?
 
 Sandrina
 
                               Così è,
 il suo cor non è per te.
 
 Mengotto
 
    Resta pur, se d’altri sei. (A Cecchina)
 
 Cecchina
 
 Ah congiura ai danni miei
460tutto il mondo traditor.
 
 Marchese
 
    Vuol Cecchina abbandonarmi?
 Ah crudel, no non lasciarmi.
 Dove vai mio bel tesor?
 
 Sandrina
 
    Con Mengotto se ne va
465ch’è l’amato fortunato
 che il suo cor si goderà.
 
 Marchese
 
    Con Mengotto?
 
 Sandrina
 
                                  Sì signore.
 
 Marchese
 
 Vanne pure, ingrato core;
 più di te non ho pietà.
 
 Cecchina
 
470   Sventurata, sciagurata,
 ah di me cosa sarà!
 
 Marchese
 
    Vanne pur col tuo amorino.
 
 Mengotto
 
 Vanne pur col padroncino.
 
 Sandrina
 
 Bella, bella in verità!
 
 Cecchina
 
475   Ah signor... (Al marchese)
 
 Marchese
 
                            Più non ti ascolto.
 
 Cecchina
 
 Senti tu... (A Mengotto)
 
 Mengotto
 
                      Non son sì stolto.
 
 Cecchina
 
 Cara amica, in carità.
 
 Sandrina
 
    Mi perdoni, mi condoni
 della mia temerità.
 
 Cecchina
 
480   Chi mi aiuta per pietà?
 
 a tre
 
 No per te non vi è pietà.
 
    Chi di un sol non si contenta
 si martelli, se ne penta.
 A chi finge così va.
485No per te non v’è pietà.
 
 Cecchina
 
 Chi m’aiuta per pietà!
 
 Fine dell’atto primo