La buona figliuola, Parma, Monti, 1757

Vignetta Frontespizio
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino delizioso adorno di vari fiori con veduta del palazzo del marchese.
 
 CECCHINA sola
 
 Cecchina
 
    Che piacer, che bel diletto
 è il vedere in sul mattino
 colla rosa il gelsomino
 in bellezza gareggiar!
 
5   E potere all’erbe, ai fiori
 dir: «Son io coi freschi umori
 che vi vengo ad inaffiar».
 
 Ah non potea la sorte
 in mezzo al caso mio duro e funesto
10esercizio miglior darmi di questo!
 Povera sventurata!
 Non so di chi sia nata;
 questo è il tristo pensier che mi tormenta,
 pur tra le piante e i fiori
15trovo il solo piacer che mi contenta.
 Godo colle mie mani
 un germoglio troncar dall’arboscello
 e mirarlo cresciuto arbor novello.
 Godo io stessa innestar sul prun selvaggio,
20in dolce primavera,
 or le pesche succose ed or le pera.
 
 SCENA II
 
 MENGOTTO e la suddetta
 
 Mengotto
 Oh Cecchina, buongiorno.
 Cecchina
 Mengotto, ti saluto.
 Mengotto
 Eccomi; ad aiutarti io son venuto.
 Cecchina
25Tardi venisti affé,
 ho adacquato da me quante tu vedi,
 ne’ bei recinti erbosi,
 opre delle mie man, fiori odorosi.
 Mengotto
 Manca nel tuo giardino,
30manca, Cecchina bella, il più bel fiore.
 Cecchina
 Qual è il fior che vi manca?
 Mengotto
                                                    Il fior d’amore.
 Cecchina
 Non so che cosa sia.
 Mengotto
 Cara Cecchina mia,
 senti che fiore è questo e dimmi poi
35se in beltà, se in piacer sorpassa i tuoi.
 
    Quel che d’amore
 si chiama il fiore
 è d’un bel core
 la fedeltà.
 
40   D’un’alma fida,
 d’un cuore onesto
 più bell’innesto
 no non si dà.
 
 Cecchina
 Eh Mingotto Mingotto,
45di questo fior sì bello,
 che il tuo labbro e il tuo cor vanta così,
 intesi a dir questa canzone un dì.
 
    Ogni amatore
 nel proprio core
50il fior d’amore
 vantando va.
 
    Ma dove nasca
 la bella pianta
 che il labbro vanta
55nessuno il sa.
 
 Mengotto
 Posso farti vedere
 che la pianta felice
 di Mengotto nel seno ha la radice.
 Sì ti sarò fedele, fedelone;
60bastami solo un po’ di compassione.
 Cecchina
 Compassione da me ne avrai da vendere
 ma di più non so dar; più non pretendere.
 Mengotto
 Niente, niente d’amor?
 Cecchina
                                             Sì se ti basta
 quell’amor con cui s’amano
65i fratelli, gli amici,
 nell’innocente amor c’entri ancor tu,
 come amico e fratello e niente più.
 Mengotto
 Ah Cecchina, al mio foco
 fratellanza, amicizia è troppo poco.
70Ma più tosto che niente,
 amami da parente. Un dì, chi sa?
 parentela fra noi cangiar potrà.
 
    Non comoda all’amante
 l’affetto di parente,
75però meglio è che niente.
 Mi voglio contentar.
 
    Se mi ami da fratello,
 un dì visetto bello
 potrà la sorellina
80sposina diventar. (Parte)
 
 SCENA III
 
 CECCHINA, poi il MARCHESE
 
 Cecchina
 Per dir la verità,
 sento qualche pietà per lui nel core
 ma mi fa ingrata un mio segreto amore.
 Non ardisco di dirlo.
85Mai nessuno il saprà...
 Oh ciel! Dove m’ascondo? Eccolo qua.
 il Marchese
 Brava, sei di buonora
 questa mane venuta al tuo mestiere.
 Cecchina
 Signor, fo il mio dovere.
 il Marchese
                                               Ma non voglio
90che così ti affatichi. Altri ci sono
 e villani e villane
 fatti per queste cose grossolane.
 Tu sei una ragazza tenerina.
 Tu sei...
 Cecchina
                  Cosa signor?
 il Marchese
                                            La mia Cecchina.
 Cecchina
95Certo; son cosa vostra;
 se voi mi date il pane
 comandar mi potete.
 il Marchese
                                         Ben; comando
 e voglio e dico, ed obbedir conviene,
 che tu, Cecchina mia... mi voglia bene.
 Cecchina
100Signor, con sua licenza. (Vuol partire)
 il Marchese
                                              Dove vai?
 Cecchina
 Ancor non adacquai
 certe piante novelle...
 il Marchese
                                          Eh che c’è tempo.
 Senti... Ti vuo’ parlar... Vuo’ confidarti...
 (Non posso più; voglio scoprirle il cuore). (Da sé)
 Cecchina
105(Mi batte in seno... Ah non tradirmi, amore).
 il Marchese
 Tu sei una fanciulla
 che merita un tesoro;
 un amante son io che da te brama
 grata corrispondenza.
110Cara, non mi negar...
 Cecchina
                                         Con sua licenza. (Parte correndo)
 
 SCENA IV
 
 Il MARCHESE solo
 
 il Marchese
 Senti, senti, Cecchi... Va come il vento.
 Eh dal suo turbamento
 capisco che mi adora
 ma teme a dirlo ed è innocente ancora.
 
 SCENA V
 
 SANDRINA con due canestri di frutti ed il suddetto
 
 Sandrina
 
115   Poverina tutto il dì
 faticar deggio così!
 Lavorare e coltivar
 e le frutta ho da portar.
 
    E son tanto tenerina.
120Poverina.
 Chi mi viene ad aiutar?
 
 il Marchese
 (Costei amica è di Cecchina. Io voglio
 confidarmi con lei). Sandrina, appunto
 ho bisogno di te.
 Sandrina
                                 Con questo peso
125trattenermi non vuo’.
 il Marchese
 Via non ci vede alcun, t’aiuterò. (Leva a Sandrina i cesti dalle spalle e li pone in terra)
 Sandrina
 (Oh credere conviene
 che il padrone davver mi voglia bene). (Da sé)
 il Marchese
 Dimmi... Ma pria ch’io passi
130a confidarti il cuore,
 vorrei saper se mai provasti amore.
 Sandrina
 Dirò... Così e così...
 il Marchese
 Dunque sai cosa è amore.
 Sandrina
                                                 Eh signorsì.
 il Marchese
 Sappi, te lo confido,
135ch’io sono innamorato
 e bisogno ho di te.
 Sandrina
 (Eh già lo vedo; è innamorato in me).
 il Marchese
 Altri che tu, Sandrina,
 non mi puole aiutar.
 Sandrina
                                        Oh sì, signore.
140Comandatemi pur, son di buon core.
 il Marchese
 Amo.
 Sandrina
              L’avete detto.
 il Marchese
 Ma sai qual sia l’oggetto?
 Sandrina
                                                Non so dire...
 Ma... quasi il mio cervello
 sel pensa e l’indovina... (Mostrandosi consolata)
 il Marchese
145Senti, te lo confido, amo Cecchina. (Sandrina si mortifica)
 So che amica le sei; fra voi ragazze
 confidarvi solete;
 e a ragionar con te
 non avrà quel rossor ch’ella ha con me.
 Sandrina
150Signore vi dirò...
 Contadina son nata
 ma non mi piace far quest’imbasciata.
 il Marchese
 Oh che sciocco discorso!
 Si tratta d’un’amica,
155si tratta d’un padrone
 e ti regalerò.
 Sandrina
 (Mi voglio vendicar). Vi servirò.
 il Marchese
 Poc’anzi le parlai
 ma dir non terminai.
160Tu, Sandrina, per me le parla un poco.
 Dille che tutto foco...
 Dille che gli occhi suoi...
 Dille che se vorrà... Capir mi puoi.
 
    È pur bella la Cecchina!
165Mi fa tutto giubilar.
 Quando parla modestina,
 mi fa proprio innamorar.
 
    Quel bocchino piccinino,
 quegli occhietti sì furbetti...
170Ah di più non si può far.
 
    Ma tant’altre vanarelle
 che von far le pazzarelle
 non le posso sopportar.
 Via le belle, via le brutte
175vadan tutte,
 sol Cecchina voglio amar. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 SANDRINA, poi il cavaliere ARMIDORO
 
 Sandrina
 Dille, parlale, oh certo! Sì signore!
 Affé non son sì pazza,
 anch’io son tal ragazza
180che può avere l’amor d’un cavaliere
 né per altri vuo’ far questo mestiere.
 il Cavaliere
 Villanella gentil.
 Sandrina
                                 La riverisco.
 il Cavaliere
 Siete voi del recinto?
 Sandrina
                                         Sì signore.
 il Cavaliere
 Saper vorrei se la padrona è alzata.
 Sandrina
185Nol so, che ritornata
 son di lontano or ora
 a portar queste frutta alla signora. (Accennando i cesti)
 il Cavaliere
 Si può veder?
 Sandrina
                             Chi siete?
 il Cavaliere
                                                  Il cavaliere
 Armidoro son io, cui la marchesa
190destinata è in isposa e qui mi sprona
 desio di riverirla.
 Sandrina
 Mi consolo, signor, vado a servirla.
 Oh che la mia padrona
 è tanto, è tanto buona.
195Con lei certo sarete fortunato.
 Ma... vi tocca un gran pessimo cognato.
 il Cavaliere
 Il marchese?
 Sandrina
                           Signore...
 io non voglio dir mal... Ma se sapeste...
 Basta, non vuo’ parlare,
200perché il vizio non ho di mormorare.
 il Cavaliere
 Ditemi, in cortesia.
 Meco parlar potete.
 Sandrina
 Vel dirò in confidenza. Ma tacete.
 il Cavaliere
 Levatemi di pena.
 Sandrina
                                    È innamorato
205di certa simoncina
 nominata Cecchina,
 giovane forastiera
 che fa la giardiniera. Non si sa
 dove sia nata né di chi sia figlia.
210Ed ei non si vergogna
 non dico sol d’amarla
 ma si crede che voglia anche sposarla.
 il Cavaliere
 Possibil che ciò sia?
 Sandrina
                                       Ve l’assicuro.
 il Cavaliere
 Ah se ciò fosse vero
215pria di porger la mano alla marchesa
 ci penserei ben bene.
 Sandrina
                                          È tanto vero,
 e con tal fondamento ora vi parlo,
 che anche sull’onor mio posso giurarlo.
 
    Sono una giovane
220che in vita mia
 tacciar non possono
 d’una bugia.
 E non so fingere,
 non so mentir.
 
225   Il mio padrone...
 Non vuo’ parlare.
 La giardiniera...
 Non vuo’ ciarlare.
 So tutto il resto
230ma più di questo
 non voglio dir. (Parte con i suoi cesti)
 
 SCENA VII
 
 Il cavaliere ARMIDORO solo
 
 il Cavaliere
 Amo, è ver, la marchesa,
 son contento di lei
 ma un sì vil parentado io sdegnerei
235e innanzi che mi giunga
 ad acciecare il faretrato arciero,
 scoprir vogl’io se un tal periglio è vero.
 
    Della sposa il bel sembiante
 favellar mi sento al core
240ma la gloria, ma l’onore
 son costretto a consigliar.
 
    Che l’amor nel seno amante
 può languire e venir meno
 ma l’onor nel nostro seno
245colla vita ha da durar.
 
 SCENA VIII
 
 Loggie terrene corrispondenti al giardino.
 
 La MARCHESA, poi PAOLUCCIA
 
 la Marchesa
 Caro albergo di pace
 lungi dal mormorio, lungi dal tedio
 di città popolosa,
 sempre dolce mi fosti. A te d’intorno
250spira un aere giocondo, un ciel sereno
 ma ora sei al cuor mio piacevol meno,
 mancami il bel che adoro,
 mancami d’Armidoro il dolce aspetto,
 a compir fra quest’aure il mio diletto.
 Paoluccia
255Presto, presto la mancia; in questo punto,
 sarà contenta, il cavaliere è giunto.
 la Marchesa
 Va’, che impaziente l’amor mio l’aspetta.
 Paoluccia
 Capperi! La signora ha una gran fretta! (Parte)
 la Marchesa
 Ah, convien dir che i nostri cuori amanti
260s’intendano assai bene.
 Io pensava allo sposo ed ei sen viene.
 
 SCENA IX
 
 Il cavaliere ARMIDORO, PAOLUCCIA e la suddetta
 
 Paoluccia
 Via; si va così lento
 a riveder la sposa? (Al cavaliere)
 la Marchesa
                                      Ah, che opportuno
 vi ha guidato il destino.
 il Cavaliere
265Adorata marchesa, a voi m’inchino. (Mesto)
 la Marchesa
 Oimè! Nel vostro ciglio
 veder non parmi il bel sereno usato.
 Paoluccia
 Lo diceva ancor io, pare insensato.
 il Cavaliere
 Compatite un affanno
270che mi turba la quiete; il mio costume
 per lung’uso vi è noto. Allor che in seno
 nutro qualche dolor, qualche sospetto,
 deggio in viso mostrarlo, a mio dispetto.
 Paoluccia
 Certo. Un uomo sincero è un gran portento.
275Credo non se ne dian quattro per cento.
 il Cavaliere
 Detto mi vien per certo
 che il marchese invaghito
 sia di femmina vile e che destina
 sposarla ancor.
 la Marchesa
                              E chi è costei?
 il Cavaliere
                                                          Cecchina.
 la Marchesa
280Spero che non sarà. Di mio germano
 conosco il cor; ma se dal cieco amore
 si lasciasse tradir? Se mai cedesse
 al desio delle nozze innonorate,
 Armidoro crudel, voi mi lasciate?
 il Cavaliere
285Quel che farei non so. So che vi adoro,
 so che mi costerebbe
 il perdervi la vita; ma non deggio
 ad onta dell’amor che mi consiglia
 il decoro tradir di mia famiglia.
290Deh procurate in tempo
 impedir che ciò segua. Idolo mio,
 che sarebbe di me, se mai perdessi
 d’un sì bel core il prezioso acquisto?
 Ah il pensarvi mi uccide! Ah non resisto. (Parte)
 
 SCENA X
 
 La MARCHESA e PAOLUCCIA
 
 la Marchesa
295Temeraria. Per lei
 perderò chi mi adora?
 Chiamami la Cecchina. (A Paoluccia)
 Paoluccia
                                              Sì signora.
 La chiamerò; sgridatela ben bene
 quest’incognita ardita e prosontuosa
300ch’esser vorria d’un cavalier la sposa.
 
    Che superbia maladetta
 che si vede a dominar!
 Ogni misera donnetta
 si procura d’innalzar.
 
305   Non vi è più fra le persone
 quella giusta proporzione
 che si usava praticar.
 
    Ciascuna oggidì
 col chichirichì,
310lustrissima sì,
 bracciere di qua,
 bracciere di là,
 pomposa, vezzosa
 brillando sen va. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 La MARCHESA, poi CECCHINA
 
 la Marchesa
315Manderò la sfacciata
 a far vita meschina e ritirata
 ma per sfuggire col german l’impegno
 finger è forza e simular lo sdegno.
 Cecchina
 Eccomi a’ suoi comandi.
 la Marchesa
                                               Sì, Cecchina,
320fosti sempre bonina e lo sarai
 e un piacer che ti chiedo or mi farai.
 Cecchina
 Vuol, parlando così, mortificarmi.
 La padrona ha il poter di comandarmi.
 la Marchesa
 Aspasia, mia sorella,
325brama una giardiniera. Ella pregommi
 che io ti avessi al suo desir concesso
 e di cederti ad essa ho già promesso.
 Cecchina
 (Povera me!) (Da sé)
 la Marchesa
                             Sollecita
 renditi al cenno mio.
 Cecchina
                                         Dunque, signora,
330seco non mi vuol più?
 Non l’è più cara la mia servitù?
 la Marchesa
 Sì, mi sei cara. E se di te mi privo
 alfin ti mando dai congiunti miei.
 Cecchina
 Ma io... padrona... voglio star con lei.
 la Marchesa
335Lo dici per amor?
 Cecchina
                                    Certo... Lo giuro.
 la Marchesa
 Dunque se dell’amore
 per la padrona tua vanti sincero,
 mostra coll’obbedir che dici il vero.
 Cecchina
 Signora mia... con vostra permissione...
340l’ha saputo il padrone?
 la Marchesa
                                            Colle donne
 ei non ci deve entrare,
 vatene e non mi far più replicare.
 Cecchina
 Obbedirò; ma se il padrone mio...
 la Marchesa
 La padrona son io.
 Cecchina
345Non dico ma l’andarmene di qua,
 senza dirlo al padrone, è inciviltà.
 la Marchesa
 Che giovane civile!
 Vanne, non replicare
 o, disgraziata, ti farò portare. (Cecchina resta mortificata e piangente)
 
 SCENA XII
 
 Il MARCHESE e detti
 
 il Marchese
350Cecchina, di te appunto
 cerco, ricerco e non ti trovo mai.
 Piangi? Perché? Cos’hai?
 la Marchesa
                                                 Da mia germana
 a me fu ricercata
 ed io per civiltà gliel’ho accordata.
 il Marchese
355Oh signora sorella
 vi è una difficoltà.
 Io non voglio che vada e non andrà.
 la Marchesa
 Sì sì, cotal ripulsa,
 amabil cavaliero,
360quel che in dubbio credea mostra esser vero.
 Voi l’amate l’indegna.
 il Marchese
                                           E perché no?
 la Marchesa
 La volete sposar?
 il Marchese
                                  Questo nol so.
 la Marchesa
 Perfida, disgraziata
 se pentir non ti fo, non son chi sono.
 Cecchina
365Signor, meco si sdegna
 ed io colpa non ho.
 la Marchesa
                                     Sei un’indegna.
 Cecchina
 
    Una povera ragazza,
 padre e madre che non ha,
 si maltratta, si strapazza,
370questa è troppa crudeltà.
 
    Sì signora, sì padrone,
 che con vostra permissione
 voglio andarmene di qua.
 
    Partirò, me ne andrò
375a cercar la carità,
 poverina la Cecchina
 qualche cosa troverà.
 
    Sì signore, sì padrona,
 so che il ciel non abbandona
380l’innocenza e l’onestà.
 
 SCENA XIII
 
 Il MARCHESE e la MARCHESA
 
 la Marchesa
 Bell’onor della casa!
 Bel rispetto che avete a una germana!
 il Marchese
 Per voi ho del rispetto,
 per voi ho dell’affetto,
385vi venero, vi stimo,
 siete del sangue mio
 ma, signora, vuo’ far quel che vogl’io. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 La MARCHESA sola
 
 la Marchesa
 No, non gli riuscirà, lo giuro al cielo.
 A costo di morire
390no, non la vuo’ soffrire.
 Vanne, perfida, e aspetta,
 che lontana non è la mia vendetta.
 
    Furie di donna irata
 in mio soccorso invoco.
395Ah che mi accresce il foco
 un disperato amor.
 
    Resa per un’ingrata
 gioco d’avversa sorte
 straggi, vendetta e morte
400medita il mio furor. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 Campagna vasta con colline praticabili.
 
 PAOLUCCIA e SANDRINA
 
 Paoluccia
 Si sa dov’è Cecchina?
 Sandrina
                                          Io non so certo
 dove se ne sia ita.
 Paoluccia
 Chi sa che per timor non sia fugita?
 Sandrina
 Vorrei che se ne andasse
405lontan le mille miglia.
 Non solo fa all’amor con il padrone
 ma con tutti i villani; e il mio Mengotto,
 innamorato e cotto
 un dì de’ fatti miei,
410ora spasima e muor solo per lei.
 Paoluccia
 E non si sa nemmeno
 chi diavolo ella sia.
 Sandrina
                                     Fu ritrovata
 sulla strada bambina.
 Paoluccia
                                          I suoi parenti
 assassini saranno
415che l’hanno abbandonata.
 Sandrina
 Credo che da una zingara sia nata.
 
 SCENA XVI
 
 CECCHINA e le suddette, poi MENGOTTO, poi il MARCHESE
 
 Cecchina
 
    Vo cercando e non ritrovo
 la mia pace e il mio conforto,
 che per tutto meco porto
420una spina in mezzo al cor.
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
    Che si fa per di qua?
 Signorina, dove va?
 
 Cecchina
 
    Care amiche, addio per sempre;
 già vi lascio e m’incamino
425a cercar miglior destino,
 a cercar sorte miglior. (S’avvia verso la collina)
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
    Vada pur, se se ne va,
 mille miglia via di qua.
 
 Mengotto (Scende dalla collina, s’incontra in Cecchina e la trattiene)
 
    Dove vai, Cecchina bella?
430Dove vai, mio dolce amor?
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
    Sì signore, già si sa.
 Coll’amante se n’andrà.
 
 Cecchina
 
    Donne ingrate, m’insultate,
 non avete carità.
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
435   Mi condoni, mi perdoni
 della mia temerità. (Deridendola)
 
 Mengotto
 
    Vieni via, che mi contento
 dell’amor di sorellina.
 
 Cecchina
 
 D’una povera meschina
440sia Mengotto il difensor.
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
    Sia Mengotto il conduttor
 dell’amante del padrone
 ed il povero babbione
 sia mezzan del protettor. (A Mengotto)
 
 Mengotto
 
445   Del padrone?
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
                               Così è,
 il suo cor non è per te.
 
 Mengotto
 
    Resta pur, se d’altri sei. (A Cecchina)
 
 Cecchina
 
 Ah congiura a’ danni miei
 tutto il mondo traditor. (Soppragiunge il marchese)
 
 il Marchese
 
450   Vuol Cecchina abbandonarmi?
 Ah crudel, no non lasciarmi.
 Dove vai mio bel tesor?
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
    Con Mengotto se ne va
 ch’è l’amato fortunato
455che il suo cor si goderà.
 
 il Marchese
 
    Con Mengotto?
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
                                  Sì signore.
 
 il Marchese
 
 Vanne pure, ingrato core,
 più di te non ho pietà.
 
 Cecchina
 
    Sventurata, sciagurata
460ah di me cosa sarà?
 
 il Marchese
 
    Vanne pur col tuo amorino.
 
 Mengotto
 
 Vanne pur col padroncino.
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
 Bella bella in verità!
 
 Cecchina
 
    Ah signor... (Al marchese)
 
 il Marchese
 
                            Più non ti ascolto.
 
 Cecchina
 
465Senti tu... (A Mengotto)
 
 Mengotto
 
                      Non son sì stolto.
 
 Cecchina
 
 Care amiche, in carità.
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
    Mi perdoni, mi condoni
 della mia temerità.
 
 Cecchina
 
    Chi m’aiuta per pietà?
 
 a quattro
 
470No per te non vi è pietà.
 
    Chi di un sol non si contenta
 si martelli, se ne penta.
 A chi finge così va,
 no per te non v’è pietà.
 
 Cecchina
 
475Chi m’aiuta per pietà?
 
 Fine dell’atto primo