Il filosofo di campagna, Parma, Stamperia Reale, 1772

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Appartamenti di Nardo.
 
 DON TRITEMIO, poi LA LENA
 
 DON TRITEMIO
 Figlia, figlia sgraziata,
 dove sei? Non ti trovo. Ah se Rinaldo
 mi capita alle mani,
 lo vuo’ sbranar, come fa l’orso i cani.
1160Invan l’ho ricercato al proprio albergo;
 sa il cielo se il briccon se l’ha nascosta
 o se via l’ha menata per la posta.
 Son fuor di me; son pieno
 di rabbia e di veleno.
1165Se li trovassi, li farei pentire.
 Li vuo’ trovar, se credo di morire.
 LENA
 Signor, che cosa avete
 che sulle furie siete?
 Fin là dentro ho sentito
1170che siete malamente inviperito.
 DON TRITEMIO
 Ah son assassinato!
 M’han la figlia involato;
 non la trovo, non so dov’ella sia.
 LENA
 E non vi è altro?
 DON TRITEMIO
                                 Una minchioneria!
 LENA
1175Eugenia, vostra figlia,
 è in sicuro, signor, ve lo prometto.
 È collo sposo suo nel nostro tetto.
 DON TRITEMIO
 Qui dentro?
 LENA
                          Signorsì.
 DON TRITEMIO
 Collo sposo?
 LENA
                          Con lui.
 DON TRITEMIO
                                           Ma Nardo dunque...
 LENA
1180Nardo mio zio l’ha a caro.
 Per ordin suo vo a prender il notaro. (Parte)
 
 SCENA II
 
 DON TRITEMIO, poi NARDO
 
 DON TRITEMIO
 Oh questa sì ch’è bella!
 Nardo, a cui l’ho promessa,
 me l’ha fatta involar? Per qual ragione?
1185Sì sì, l’ha fatta da politicone.
 Eugenia non voleva...
 Rinaldo pretendeva...
 Ei l’ha menata via.
 Anche questa sarà filosofia.
 NARDO
1190Io creppo dalle risa.
 Oh che caso ridicolo e giocondo!
 Oh che gabbia di pazzi è questo mondo!
 DON TRITEMIO
 (Eccolo qui l’amico). (Vedendo Nardo)
 NARDO
                                         (Ecco il buon padre).
 DON TRITEMIO
 Galantuomo, che fa la figlia mia?
 NARDO
1195Bene, al comando di vossignoria.
 DON TRITEMIO
 Rapirmela mi pare
 una bella insolenza.
 NARDO
 La cosa è fatta e vi vorrà pazienza.
 DON TRITEMIO
 E lei, quella sfacciata,
1200cosa dice di me?
 NARDO
                                 Non dice niente.
 DON TRITEMIO
 Non teme il padre?
 NARDO
                                      Non l’ha neanco in mente.
 DON TRITEMIO
 Basta; chi ha fatto il male
 farà la penitenza.
 Dote non ne darò certo, certissimo.
 NARDO
1205Sì sì, fate benissimo.
 Stimo que’ genitori,
 cui profittan dei figli anco gli errori.
 DON TRITEMIO
 Dov’è? La vuo’ veder.
 NARDO
                                          Per ora no.
 DON TRITEMIO
 Eh lasciatemi andar...
 NARDO
                                           Ma non si può.
 DON TRITEMIO
1210La volete tener sempre serrata?
 NARDO
 Sì, finché sia sposata.
 DON TRITEMIO
 Questa è una mala azion che voi mi fate.
 NARDO
 No, caro amico, non vi riscaldate.
 DON TRITEMIO
 Mi riscaldo, perché
1215si poteva con me meglio trattare.
 Se l’aveva promessa,
 lo sposo aveva le ragioni sue.
 NARDO
 I sposi erano due;
 v’erano dei contrasti, onde per questo
1220quel che aveva più amor fatto ha più presto.
 DON TRITEMIO
 Io l’ho promessa a voi.
 NARDO
 Ma lei voleva il suo Rinaldo amato.
 DON TRITEMIO
 Ma questo...
 NARDO
                          Orsù, quello che è stato è stato.
 DON TRITEMIO
 È ver; non vuo’ impazzire;
1225l’ho trovata alla fine e ciò mi basta.
 Dopo il fatto si loda.
 Chi l’ha avuta l’ha avuta se la goda.
 
    Da me non speri
 d’aver un soldo,
1230se il manigoldo
 vedessi lì.
 
    Se se n’è andata,
 se si è sposata,
 da me non venga,
1235non verrò qui.
 
    Chi ha avuto ha avuto,
 chi ha fatto ha fatto;
 non son sì matto,
 non vuo’ gettare,
1240non vuo’ dotare
 la figlia ardita
 che se n’è gita
 da me così. (Parte)
 
 SCENA III
 
 NARDO, poi LA LENA e CAPOCCHIO notaro
 
 NARDO
 A Rinaldo per ora
1245basterà la consorte;
 poi dopo la sua morte il padre avaro
 a suo dispetto lascierà il danaro.
 LENA
 Venite a stipulare
 delle nozze il contratto. (A Capocchio)
 CAPOCCHIO
1250Eccolo qui; l’avevo mezzo fatto.
 NARDO
 Andate in quella stanza;
 l’opera terminate.
 L’ordine seguitate
 di due sponsali in un contratto espressi,
1255colle stesse notizie e i nomi stessi.
 CAPOCCHIO
 Sì signor, si farà.
 Ma poi chi pagherà?
 NARDO
                                        Bella domanda!
 Pagherà chi è servito e chi comanda.
 LENA
 Sentite; se si fanno
1260scritture in casa mia,
 voglio la senseria.
 CAPOCCHIO
                                   Come?
 LENA
                                                   Dirò,
 se mi mariterò,
 come spero di farlo prestamente,
 la scrittura m’avete a far per niente. (Entra in camera)
 
 SCENA IV
 
 NARDO e CAPOCCHIO
 
 CAPOCCHIO
1265Vostra nipote è avara, come va.
 NARDO
 Credetemi, lo fa senza malizia;
 delle donne il costume è l’avarizia.
 CAPOCCHIO
 Son lente nello spendere,
 egli è vero, ma son leste nel prendere.
 
1270   Voi che filosofo
 chiamato siete,
 dirmi saprete
 come si dia
 di simpatia
1275forza e virtù.
 
    La calamita
 tira l’acciaro;
 tira l’avaro
 l’oro ancor più. (Entra in camera)
 
 SCENA V
 
 NARDO, poi LESBINA
 
 NARDO
1280Nato son contadino,
 non ho studiato niente;
 ma però colla mente
 talor filosofando a discrezione,
 trovo di molte cose la ragione;
1285e vedo chiaramente
 che l’interesse, la superbia e amore
 hanno la fonte lor nel nostro core.
 LESBINA
 Ma capperi! Si vede,
 affé, che mi volete poco bene;
1290nel giardino v’aspetto e non si viene.
 NARDO
 Un affar di premura
 m’ha trattenuto un poco.
 Concludiam, se volete, in questo loco.
 LESBINA
 Il notaro dov’è?
 NARDO
                                Là dentro. Ei scrive
1295il solito contratto
 e si faranno i due sponsali a un tratto.
 LESBINA
 Ma s’Eugenia fuggì...
 NARDO
                                         Fu ritrovata.
 Là dentro è ricovrata
 e si fa con Rinaldo l’istrumento.
 LESBINA
1300Don Tritemio che dice?
 NARDO
                                              Egli è contento.
 LESBINA
 Dunque, quand’è così, facciamo presto.
 Andiam, caro sposino.
 NARDO
 Aspettate, Lesbina, anche un pochino.
 LESBINA
 (Non vorrei che venisse...)
 NARDO
                                                   A me badate;
1305prima che mia voi siate,
 a voi vuo’ render note
 alcune condizion sopra la dote.
 LESBINA
 Qual dote dar vi possa
 voi l’intendeste già;
1310affetto ed onestà,
 modesta ritrosia
 ed un poco di buona economia.
 NARDO
 Così mi basta; e appunto
 di questo capital, che apprezzo molto,
1315intendo ragionar.
 LESBINA
                                   Dunque v’ascolto.
 NARDO
 In primis che l’affetto
 non sia troppo né poco.
 Perché il poco non basta e il troppo annoia;
 e la mediocrità sempre è una gioia.
 LESBINA
1320Come ho da regolarmi,
 per star lontana dagli estremi?
 NARDO
                                                          Udite;
 per fuggir ogni lite,
 siate amorosa, se il marito è in vena;
 non lo state a seccar, se ha qualche pena.
 LESBINA
1325Così farò.
 NARDO
                     Sul punto d’onestà
 non v’è mediocrità. Sia bella o brutta,
 la sposa d’un sol uom deve esser tutta.
 Circa l’economia potrete qui
 regolarvi così:
1330del marito il voler seguire ognora
 e non far la padrona e la dottora.
 LESBINA
 Così farò. Son della pace amica;
 ubbidirvi sarà minor fatica.
 NARDO
 Or mi sovvien che un altro capitale
1335m’offeriste di lingua.
 LESBINA
                                         È ver.
 NARDO
                                                       Se questo
 mi riuscirà molesto,
 in un più necessario il cambierò.
 LESBINA
 Ho inteso il genio vostro.
 Non vi sarà pericolo
1340che vi voglia spiacer neanche in un piccolo.
 NARDO
 Quand’è così, mia cara,
 porgetemi la mano.
 LESBINA
                                       Eccola pronta.
 NARDO
 Del nostro matrimonio
 invochiamo Cupido in testimonio.
 LESBINA
 
1345   Lieti canori augelli
 che tenerelli amate,
 deh testimon voi siate
 del mio sincero amor.
 
 NARDO
 
    Alberi, piante e fiori,
1350i vostri ardori ascosi
 insegnino a due sposi
 il naturale amor.
 
 LESBINA
 
    Par che l’augel risponda:
 «Ama la sposa ognor».
 
 NARDO
 
1355   Dice la terra e l’onda:
 «Ama lo sposo ancor».
 
 LESBINA
 
    La rondinella
 vezzosa e bella
 solo il compagno
1360cercando va.
 
 NARDO
 
    L’olmo e la vite,
 due piante unite,
 ai sposi insegnano
 la fedeltà.
 
 LESBINA
 
1365   Io son la rondinella
 ed il rondon tu sei.
 
 NARDO
 
 Tu sei la vite bella,
 io l’olmo esser vorrei.
 
 LESBINA
 
    Rondone fido,
1370nel caro nido
 vieni, t’aspetto.
 
 NARDO
 
 Prendimi stretto,
 vite amorosa,
 diletta sposa.
 
 A DUE
 
1375   Soave amore,
 felice ardore,
 alma del mondo,
 vita del cor.
 
    No, non si trova,
1380no, non si prova
 più bella pace,
 più caro ardor. (Partono ed entrano in camera)
 
 SCENA VI
 
 DON TRITEMIO
 
 DON TRITEMIO
 Diamine! Che ho sentito?
 Di Lesbina il marito
1385pare che Nardo sia.
 Che la filosofia
 colle ragioni sue
 accordasse ad un uom sposarne due?
 Quel che pensar non so;
1390all’uscio picchierò. Verranno fuori;
 scoprirò i tradimenti e i traditori.
 
 SCENA VII
 
 LENA e detto
 
 LENA
 Chi è qui?
 DON TRITEMIO
                       Ditemi, presto;
 cosa si fa là dentro?
 LENA
 Si fan degl’istrumenti;
1395si fan dei matrimoni cinque e sei;
 se vorrà, potrà farlo ancora lei.
 Ecco i notari appunto. (Escono i notari e Lesbina)
 Ecco Lesbina ancora. (Portano fuori il tavolino, sedie e calamaro)
 Un uomo come voi non sta ben solo.
1400Maritatevi pur, ch’io mi consolo. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 CAPOCCHIO e NARDO vestito anch’esso da notaro, LESBINA e DON TRITEMIO
 
 NARDO
 (Se la burla riesce,
 oh quanto rideremo!
 Con un palmo di naso
 restar deve il vecchione al fin del gioco).
 CAPOCCHIO
1405(Or con costui vuo’ divertirmi un poco).
 DON TRITEMIO
 Padroni, favoriscano.
 Vorrei, se si contentano,
 scrivessero ambidue
 e avranno entrambi le mercedi sue.
 NARDO
1410Contentissimo son.
 CAPOCCHIO
                                      Ma non vorrei...
 DON TRITEMIO
 Se si contenta lui, taccia ancor lei.
 LESBINA
 (Qualche scena graziosa ora m’aspetto).
 DON TRITEMIO
 D’accordo tutti due scrivino; io detto.
 
    Colla presente scrittura privata
1415resta accordata la bella Lesbina.
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
 Lesbina.
 
 DON TRITEMIO
 
                   In matrimonio...
 
 NARDO
 
                                                    In ma...
 
 CAPOCCHIO
 
                                                                     ...trimonio.
 
 DON TRITEMIO
 
 Con il signore.
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
                              Signore.
 
 DON TRITEMIO
 
                                                Tritemio.
 
 NARDO
 
 Nardino.
 
 CAPOCCHIO
 
                    Capocchio.
 
 DON TRITEMIO
 
                                          Tritemio;
 scrivino bene.
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
                             ...emio.
 
 DON TRITEMIO
 
1420Lei promette di sposarlo.
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
                                                ...arlo.
 
 DON TRITEMIO
 
 E con tale promissione.
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
                                             ...one.
 
 DON TRITEMIO
 
 I suoi beni gli donò.
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
                                       ...no.
 
 DON TRITEMIO
 
    Come no? Signorsì.
 La sua dote viene a me.
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
                                              ...a me.
 
 DON TRITEMIO
 
1425Ella stessa me l’ha detto.
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
 Maledetto.
 
 DON TRITEMIO
 
 Siete sordi? Siete pazzi?
 Che maniera è questa qui?
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
 (La non vuol finir così).
 
 DON TRITEMIO
 
1430   Terminate.
 
 NARDO
 
                           Aspettate.
 
 CAPOCCHIO
 
 La ragazza cosa dice?
 Ella pur sentir conviene.
 
 NARDO
 
 Il collega dice bene.
 
 A DUE
 
 Senza questo non si può.
 
 DON TRITEMIO
 
1435Via, parlate.
 
 LESBINA
 
                          Parlerò;
 (ma risolto ancor non ho).
 
    Sarà il mio core
 del mio padrone.
 
 DON TRITEMIO
 
 Sino alla morte.
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
1440La morte.
 
 DON TRITEMIO
 
                     Come?
 
 LESBINA
 
 Giuro d’amarlo.
 
 DON TRITEMIO
 
 Volergli bene.
 
 NARDO
 
                             ...arlo.
 
 CAPOCCHIO
 
                                           ...bene.
 
 A DUE
 
 Basta così.
 Si sottoscrivino.
 
 LESBINA, DON TRITEMIO
 
1445Eccomi qui.
 
 LESBINA
 
    Voglio rileggere.
 
 NARDO
 
 Eh non s’incomodi.
 
 DON TRITEMIO
 
 Voglio riflettere.
 
 CAPOCCHIO
 
 Già va benissimo.
 
 LESBINA, DON TRITEMIO
 
1450Prima di scrivere
 vogliamo leggere,
 vogliam veder. (Don Tritemio prende la carta a Capocchio e Lesbina a Nardo e leggono)
 
 DON TRITEMIO
 
    Colla presente...
 
 LESBINA
 
                                   Scrittura privata...
 
 DON TRITEMIO
 
 Resta accordata...
 
 LESBINA
 
                                   La bella...
 
 DON TRITEMIO
 
                                                       Lesbina.
 
 NARDO
 
1455(Ora ci sono!)
 
 CAPOCCHIO
 
 (Or viene il buono!)
 
 LESBINA
 
 In matrimonio.
 
 DON TRITEMIO
 
 Con il signore.
 
 LESBINA
 
 Nardino.
 
 DON TRITEMIO
 
                    Capocchio.
 
 LESBINA
 
1460Come?
 
 DON TRITEMIO
 
                 Cos’è?
 
 NARDO, CAPOCCHIO
 
 Quello è un notaro
 simile a me.
 
 DON TRITEMIO
 
    Come tai nomi?
 Non la capisco.
 
 CAPOCCHIO
 
1465Signor notaro,
 la riverisco.
 
 NARDO
 
 Quello è Capocchio. (Osservandosi fra loro)
 
 CAPOCCHIO
 
 Quello è Nardino.
 
 DON TRITEMIO
 
 Ah traditori!
 
 LESBINA
 
1470Ah scellerati!
 
 A TRE
 
 Vivan gli sposi.
 
 DON TRITEMIO
 
 Via, disgraziati.
 
 A TRE
 
 Viva l’amor.
 
 DON TRITEMIO
 
 Via, maledetti.
 
 LESBINA
 
1475Ma di buon cor. (Partono tutti e resta don Tritemio)
 
 SCENA ULTIMA
 
 DON TRITEMIO, poi tutti
 
 DON TRITEMIO
 Oh disgraziati!
 Chi pensar lo potea?
 Ma voglio vendicarmi
 con Lesbina e con Nardo,
1480con la figlia e Rinaldo
 e la lor pena sia
 nulla mai più sperar da casa mia.
 EUGENIA
 
    Ah, genitor, perdono...
 
 RINALDO
 
 Suocero, per pietà...
 
 LESBINA
 
1485   Sposa, signor, io sono.
 
 NARDO
 
 Quest’è la verità.
 
 DON TRITEMIO
 
    Perfidi, scellerati,
 vi siete accomodati?
 Senza la figlia mesto,
1490senza la sposa resto,
 che bella carità!
 
 LENA
 
    Quando di star vi preme
 con una sposa insieme,
 ecco, per voi son qua.
 
 DON TRITEMIO
 
1495   Per far dispetto a lei,
 per disperar colei,
 Lena mi sposerà.
 
 TUTTI
 
    Sia per diletto,
 sia per dispetto,
1500amore al core
 piacer darà.
 
 Fine