La generosità politica, Venezia, Rossetti, 1736

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 PERICLE e PISISTRATO
 
 Pericle
 (Eccolo. Morirà...) (Entra in scena risoluto)
 Pisistrato
                                     Pericle amico.
 Pericle
 (Ahi! Che nome fatale!)
 Pisistrato
                                              E perché mai
 sì confuso e turbato! Il bel sereno
 della fronte sincera onde smarristi?
 Pericle
490(Che rimprovero è questo?)
 Pisistrato
                                                      E non rispondi?
 Fissi a terra le luci e ti confondi!
 Dimmi, che avvenne mai?
 Confidati a un amico;
 sai per prova s’io t’amo; e sangue e vita
495tutto darei per te; tu, che sincero
 ti vanti, non celarmi il tuo pensiero.
 Pericle
 (E tradirlo potrò!)
 Pisistrato
                                    Dal tuo silenzio,
 ahi Pericle, comprendo il chiuso arcano.
 Sei pentito d’avermi
500giurata la tua fé; mediti adesso
 forse ancor di tradirmi! Orsù. Vogl’io
 risparmiarti il rossor d’un tradimento.
 Vieni, passami il sen, ch’io son contento.
 Pericle
 (Più resister non posso). Ah sire, io sono
505l’uom più vil della terra. Io meditai
 scellerato tradirti. Ecco quel ferro
 con cui darti volea barbara morte. (Getta lo stile)
 Scordati con ragione
 meco la tua clemenza, usa lo sdegno
510con chi di tua pietà si rese indegno.
 Pisistrato
 T’inganni; anzi destino
 le tue brame appagar; desio del trono
 so che a ciò ti consiglia.
 Pericle
                                             Ah! Giuro ai numi,
 non è superba avidità di regno
515l’attentato crudel.
 Pisistrato
                                   Ma che t’indusse
 meco ad essere ingrato?
 Pericle
                                               Invan mel chiedi.
 Pisistrato
 Merita l’amor mio
 che mi nieghi Pericle un lieve dono?
 Pericle
 So che indiscreto io sono.
520So che ingrato ti son; purtroppo il veggio;
 ma l’arcano svelar, sire, non deggio.