La generosità politica, Venezia, Rossetti, 1736

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 ORONTE, poi ROSMIRI
 
 Oronte
415Nicia crudel, gl’inganni tuoi previdi.
 Ma se pianger degg’io, non vo’ che goda
 il felice rival di mie sventure.
 A Pisistrato io stesso
 svelar saprò il disegno; invendicato
420così non rimarrò.
 Rosmiri
                                   Dove rivolgi
 felice amante il piè.
 Oronte
                                       Ragion non rendo
 altrui de’ passi miei.
 Rosmiri
                                         Forse di Nicia
 corri a bearti in sen?
 Oronte
                                         Che dir vorresti.
 Rosmiri
 Tu mi sprezzi a ragion, poiché di Nicia
425godi il favor.
 Oronte
                          Tu mi deridi. Intendo
 del pungente tuo labbro i falsi accenti.
 Ma sappi per tua pena
 che vuo’ Nicia adorar, benché crudele,
 che abborisco il tuo cor, benché fedele.
 
430   Il tuo destino sopporta in pace,
 non ti lagnare s’io ti disprezzo,
 vago è il tuo volto ma non mi piace,
 bello è il tuo core ma non l’apprezzo,
 perch’altro oggetto deggio adorar.
 
435   Non sei tu sola la sventurata,
 per una donna superba, ingrata
 anche il mio core suole penar.