Il finto principe, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 FLORO, poi LINDORA
 
 Floro
 Eccola che s’accosta.
 Ora vi vuol franchezza e faccia tosta.
 Lindora
 Ah che miro! Sei tu?
 Floro
                                         Men confidenza.
545Che cos’è questo tu?
 Lindora
                                        Morto non sei?
 Floro
 Quando morto foss’io non parlerei.
 Lindora
 Traditor, scelerato,
 alfin t’ho ritrovato.
 Floro
                                     E che pretendi
 dal prencipe Ferrante?
 Lindora
550Ah bugiardo, ah birbante!
 Per ingannar Lindora
 e forse per gabbar altre persone,
 esser di camerier fingi il padrone?
 Floro
 Io camerier? Ti pare
555che questa faccia mia
 di cameriere sia?
 Perché clemente io sono,
 vanne, vil feminuccia, io ti perdono.
 Lindora
 Credi non ti conosca?
560Lo so che Floro sei.
 Floro
                                     Floro? Or m’avvedo,
 pellegrina gentil, del vostro inganno.
 Voi non avete torto.
 Floro mi somigliava e Floro è morto.
 Lindora
 No no, non me la ficchi.
565So che somigli al principe Ferrante
 ma un certo non so che,
 briccon, conosco in te
 che nel principe certo non si trova;
 io, che ti praticai, lo so per prova.
 Floro
570Eh vanne, che sei stolta,
 un principe mio pari non ti ascolta.
 Lindora
 Signor principe caro, ecco la carta
 sottoscritta da lei d’esser mio sposo.
 Se non mi vorrà far giusta ragione,
575con il suo principato andrà prigione.
 Floro
 Olà femina audace,
 così parli con me?
 Lindora
 Così parlo con te.
 E se a finger tu segui con malizia,
580or vado ad accusarti alla giustizia.