Il finto principe, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 CROCCO, poi LINDORA in abito di pellegrina
 
 Crocco
 Cappari, la sa lunga. Io vo alla buona,
 incontrar non vorrei qualche malanno.
 Floro con tal inganno
255s’acquista la galera ed io, che sono
 degno campion del valoroso Marte,
 avrò della galera la mia parte.
 Lindora
 
    Pellegrina sventurata!
 Chi m’aiuta per pietà?
260Chi mi fa la carità?
 Son da tutti abbandonata,
 pellegrina sventurata!
 
 Crocco
 Ecco la nuova moda.
 Tutte le parigine
265si veston oggidì da pellegrine.
 Lindora
 Amico, favorite.
 Crocco
                                Eh la sbagliate.
 Non ho un soldo, sorella, e se ne avessi,
 vi giuro in fede mia
 che non vorrei con voi buttarlo via.
 Lindora
270Siete della città?
 Crocco
                                 Son forastiero.
 Lindora
 È lecito saper di dove siete?
 Crocco
 Di Taranto son io.
 Lindora
 Il paese ch’è vostro è ancora il mio.
 Mi conoscete voi?
 Crocco
                                   No certamente.
 Lindora
275Io son quella Lindora
 ch’esser sposa dovea di certo Floro
 che del prence Ferrante è cameriere.
 So ch’egli è qui venuto
 per sposar altra donna,
280ond’io, che lo pretendo per marito,
 con il bordone in man l’ho qui seguito.
 Crocco
 Oh povera ragazza,
 siete venuta in pessima occasione.
 Lindora
 Perché?
 Crocco
                  Perché... Mi viene
285voglia di lacrimar.
 Lindora
                                    Ma cos’è stato?
 Ditelo per pietà.
 Crocco
                                 Floro...
 Lindora
                                                Mo via.
 Crocco
 Floro... Se lo dirò, voi piangerete.
 Lindora
 Dite su, che a ogni evento
 ho il core preparato.
290Il mio Floro che fa?
 Crocco
                                      L’hanno ammazzato.
 Lindora
 Dite il vero?
 Crocco
                          Purtroppo.
 Lindora
                                                Oh me meschina!
 Crocco
 Povera pellegrina,
 mi fate compassion. Se voi volete
 pellegrinar con me...
 Lindora
                                        No, non fia vero.
295Morto è il mio caro Floro,
 è morto il mio tesoro.
 Morto è l’idolo mio,
 voglio morir anch’io. Deh chi mi porge
 un ferro per pietà? Chi mi dà morte?
300Chi mi toglie da un duol sì crudo e forte?
 Crocco
 (Vuo’ veder se costei dice da vero).
 Io son tanto pietoso
 che non posso veder penar nessuno.
 Voi siete disperata,
305voi volete morir, voi domandate
 la morte per pietà? Su via prendete;
 ammazzatevi pur quanto volete. (Gli dà un stilo)
 Lindora
 M’ho d’ammazzar?
 Crocco
                                      Non siete disperata?
 Lindora
 Sì, ma non ho coraggio
310di vibrar di mia man il colpo fiero.
 Crocco
 Date qua, che anco in questo
 alfin vi servirò.
 Colle mie proprie man v’ammazzerò. (Finge ferirla)
 Lindora
 Ahimè, che mai v’ho fatto
315che morta mi volete?
 Crocco
 Ah ah, pentita siete.
 Il vostro gran dolore inver si vede.
 Quanto è pazzo quell’uom che a donna crede.
 
    Vagabonda pellegrina
320nel variar clima e paese
 addolcir sa l’alemano,
 divertirsi col francese
 e dar spasso all’italiano;
 con quel dice languidetta:
325«Meiner Schene, corsomer Diner»
 e con questo assai più fina:
 «D’une pauvre fille honteuse
 ah mon cher aié pitié»;
 
    con quell’altro: «Bel visetto
330questo cor vi donerò,
 il mio caro coccoletto,
 non mi fate più penar».
 
    E alle donne voi credete?
 Cari matti nol sapete?
335Hanno l’arte d’ingannar.