Il finto principe, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA III
 
 ROBERTO e LESBINA
 
 Lesbina
 Come? A me non si crede?
 Cospetto! A me un tal torto?
 A me che in vita mia
 non so mai d’aver detta una bugia?
 Roberto
80Quetati, sai che il core
 spera ognor quel che brama e si lusinga
 che sia falso di fama il tristo annuncio.
 Lesbina
 Ma come mai la principessa ha tanto
 amor per un che non ha mai veduto?
85Io so che quando il padre
 le propose tai nozze,
 ella il capo menava per dispetto.
 Non so come sia nato un tale affetto.
 Roberto
 Nacque in lei da virtute.
 Lesbina
                                               Oh, signor caro,
90questa virtù d’amar per complimento
 dalle donne non s’usa.
 Io son un po’ furbetta,
 conosco il di lei core e giocherei
 che il principe Ferrante
95ora che non v’è più le dà conforto
 e a lei non è piaciuto altro che morto.
 Roberto
 Ma perché dici questo? E di chi credi
 arda il cor di Rosmira?
 Lesbina
                                             Io non lo so
 ma aspettate un pocchino e lo saprò.
100Lasciate ch’io vi miri. Oh come rosse
 vi vengono le guancie! Oh come sbatte
 tremula di quegli occhi la pupilla!
 Ecco, ecco, già leggo
 su quella fronte il ver scritto e spiegato;
105Roberto di Rosmira è amante amato.
 
    Se col labbro vi dicon gl’amanti
 che in amore son fidi e costanti,
 folli siete, se voi gli credete,
 v’ingannate, se pur li ascoltate;
110quanto vario dal labbro hanno il cor!
 
    Troppo rare quell’anime sono
 che in amore palesino il vero.
 V’è chi tiene celato l’ardor.