Il negligente, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 FILIBERTO da una parte, PORPORINA dall’altra osservano in disparte
 
 AURELIA
 Non importa, vien qua.
 Fra noi s’ha d’aggiustare.
905E si vada il padrone a far squartare.
 FILIBERTO
 (Obbligato).
 PASQUINO
                          Sì sì, vada in malora
 lui, la sua casa e Porporina ancora.
 PORPORINA
 (Bravissimo).
 AURELIA
                             È noioso
 il signor Filiberto agl’occhi miei.
 PASQUINO
910Più non posso di cuor mirar colei.
 AURELIA
 Tu sì sei graziosetto.
 PASQUINO
 Sì, quello è un bel visetto.
 AURELIA
 Se parlassi di cor...
 PASQUINO
                                     Se vi degnaste...
 AURELIA
 Sarei per te.
 PASQUINO
                          Vostro sarei, m’impegno.
915(Femmina indiavolata).
 PORPORINA
                                               (Oh core indegno).
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    Allegri e contenti
 s’ammiam di buon core.
 Più dolce è l’amore
 novello nel sen.
 
 PORPORINA, FILIBERTO A DUE
 
920   Che voglia mi vien
 d’andarli a scanar.
 
 AURELIA
 
    E vada il padrone...
 
 PASQUINO
 
 E vada la serva...
 
 A DUE
 
 A farsi squartar.
 
 FILIBERTO
 
925   Indegna. (Ad Aurelia)
 
 PORPORINA
 
                        Briccone. (A Pasquino)
 
 A DUE
 
 Si tratta così?
 
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    (Non v’è più rimedio,
 già tutto sentì).
 
 PORPORINA
 
    Con voi, sfacciatella, (Ad Aurelia)
930mi voglio sfogar.
 
 AURELIA
 
    Con te, birboncella, (A Porporina)
 non voglio gridar.
 
 FILIBERTO, PASQUINO A DUE
 
    Fermate, tacete,
 non state a strillar.
 
 FILIBERTO
 
935   Indegno, briccone, (A Pasquino)
 ti vuo’ bastonar.
 
 PASQUINO
 
    Non curo il padrone, (A Filiberto)
 mi vuo’ vendicar.
 
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    Fermate, tacete,
940non state a strillar.
 
 A QUATTRO
 
    Che rabbia mi sento,
 che fiero tormento.
 L’affanno, lo sdegno
 vuol farmi crepar.
 
 Fine dell’atto secondo