Il negligente, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 AURELIA, poi FILIBERTO
 
 AURELIA
 O bene o mal che sia,
295quando a noialtre donne
 ci vien quest’appettito,
 senza filosofar pigliam marito.
 Ma ecco che sen viene
 il signor Filiberto.
 FILIBERTO
                                    Bene, bene, (Verso la scena)
300si farà, si farà, non mi stancate.
 Oh Aurelina, che fate?
 AURELIA
 Benissimo starei,
 se fossi in grazia sua.
 FILIBERTO
 La mia grazia lo sai che tutta è tua.
 AURELIA
305S’accomodi un pochino.
 Guardate, poverino,
 egl’è tutto sudato; (Lo asciuga col fazoletto)
 si sarà affaticato.
 FILIBERTO
                                  Se lo dico.
 Mi voglion far creppare.
310M’hanno fatto cercare
 una scrittura antica.
 L’ho cercata mezz’ora. Oh che fatica.
 AURELIA
 Eh, signor Filiberto,
 io so che vi vorrebbe
315per sollevarvi da cotanti affanni.
 FILIBERTO
 Sì, mia cara Aurelina,
 dite, che vi vorrebbe?
 AURELIA
                                           Una sposina.
 FILIBERTO
 Una sposina? Sì; ma il matrimonio
 porta seco dei pesi,
320il marito dev’esser uom valente;
 ed io sono avvezzato a non far niente.
 AURELIA
 Vi vorrebbe una moglie
 che sollevar sapesse
 dagl’affari il marito.
325Un’ecconoma esperta
 che sapesse di conti e di scrittura.
 Una che con bravura
 da sé sapesse spendere,
 comprar, cambiare e vendere,
330che con i pallazzisti
 sapesse favellare a tu per tu
 e sapesse frenar la servitù.
 FILIBERTO
 Oh il ciel volesse che una donna tale
 ritrovar io potessi.
335Non so dire per lei cosa facessi.
 AURELIA
 Per vendere e comprar son nata apposta.
 FILIBERTO
 Oh brava.
 AURELIA
                      So di conti e di scrittura.
 Ed ho l’ecconomia già per natura.
 FILIBERTO
 Come sei tu informata
340di palazzo e di lite?
 AURELIA
 Oh che cosa mai dite?
 So tutte le malizie
 ch’usano i palazzisti
 per far le cose dritte apparir torte
345e so andar, quando occorre, per le corte.
 FILIBERTO
 Tu sei una gran donna!
 (Davver, che quasi quasi
 io me la pigliarei).
 AURELIA
                                     Quanto è bagiano!
 Spero che il laccio non sia teso invano.
 FILIBERTO
350Dimmi, Aurelia, inclinata
 sei tu pel matrimonio?
 AURELIA
                                             Oh signor no.
 FILIBERTO
 E s’io ti proponessi un buon partito?
 AURELIA
 Quando fosse il marito...
 Come sarebbe a dir...
 FILIBERTO
                                          Via, parla schietto.
 AURELIA
355Mi vergogno davvero.
 FILIBERTO
 Qui nessuno ci sente.
 AURELIA
 Quando fosse il marito come voi...
 FILIBERTO
 Tuo marito sarò, se tu mi vuoi.
 AURELIA
 Ma io povera sono e non ho dote.
 FILIBERTO
360Io, io te la farò.
 AURELIA
 E poi... signore... io so
 che graziosa non sono e non son bella.
 FILIBERTO
 Cara, tu agli occhi miei sembri una stella.
 AURELIA
 
    Oimè cos’è questo
365ch’io provo nel core?
 Nemica d’amore
 son stata finor.
 Adesso per voi
 mi sento languir.
370Ma, caro, ma poi
 di me che sarà?
 
    Son troppo innocente
 nell’arte d’amar.
 Oimè non vorrei
375lasciarmi ingannar.
 Di me semplicetta,
 di me poveretta
 abbiate pietà.