Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 Attrio magnifico che introduce al tempio, ove si vede il simulacro di Pompeo.
 
 CESARE in abito mentito con seguito de’ Romani vestiti all’egiziana
 
 Cesare
 Ecco l’attrio, ecco il tempio, ancor non veggo
 la vedova superba, il re tiranno.
1115E sarà ver che di Cornelia il core
 abbia l’odio cangiato in dolce amore?
 Nol credo no, qualche fatale arcano
 qui si nasconde, ad ispiarne il vero
 mi celerò fra queste mura, a caso
1120dal periglio dell’onde
 il ciel non mi salvò; con queste spoglie
 non conosciuti, inosservati, amici,
 restiam per poco; ancor tempo ci resta
 qui dove regna il più crudel tiranno
1125per risarcir di nostra fama il danno.
 
    A un cor forte, a un’alma grande
 sorte ria non fa spavento,
 ogni azzardo, ogni cimento
 la virtù può superar.
 
1130   Chi timore ha della morte,
 chi s’arretra dal periglio
 non è degno di regnar.