Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA V
 
 TOLOMEO, CORNELIA, poi SESTO fanciullo
 
 Tolomeo
 Desti luogo nell’alma
 a consiglio miglior?
 Cornelia
                                       L’ottimo elessi.
 Tolomeo
1005E mia sposa sarai?
 Cornelia
                                     Quest’è il peggiore.
 Tolomeo
 Posso farmi obbedire.
 Cornelia
                                           Usa tua sorte.
 Tolomeo
 Cornelia tu morrai.
 Cornelia
                                      Morrò da forte.
 Tolomeo
 Qua se le rechi il figlio. (Vien condotto Sesto)
 Cornelia
 Il figlio ancora ha della madre il core
1010né teme l’ira tua.
 Tolomeo
                                  Sol che tu voglia
 io te lo rendo e seco il regno mio,
 seco il mio cuor; dammi la destra in pegno.
 Cornelia
 Abborisco il tuo core, odio il tuo regno.
 Tolomeo
 Dunque abbandona il figlio,
1015a morte lo condanna,
 s’uccida e allor vedrò...
 Cornelia
                                            Vedrai crudele
 che vacillar non so. Vanne mio figlio.
 Fra l’ombre generose
 ricerca e di’: «La madre mia fra poco
1020a queste nere soglie
 mi seguirà ma qual dovea, tua moglie».
 Tolomeo
 E nutre la tua Roma
 alme sì disumane?
 Cornelia
                                      A questi segni
 riconosci qual sia
1025la mia fortezza e la costanza mia.
 Tolomeo
 Lascialo dunque.
 Cornelia
                                  Anima mia, mio pegno.
 Emula i tuoi maggiori,
 sei figlio di Pompeo,
 romano sei; va’ da romano e mori. (Lo baccia e poi lo lascia)
 Tolomeo
1030No no quivi si arresti,
 sugl’occhi le si sveni
 e veda come forte
 il figlio di Pompeo soffra la morte.
 Cornelia
 Barbaro! Dei! Chi vidde
1035la pietà d’una madre
 in più strano periglio!
 Tiranno eccoti il sen.
 Tolomeo
                                         Muoia il tuo figlio.
 Cornelia
 Figlio!
 Tolomeo
                Che! Tu sospiri.
 La sentenza è inumana
1040ma è vile il tuo dolore.
 Cornelia io sono tiranno e tu romana;
 esequite l’impero. (Ad una guardia)
 Cornelia
                                     Empio, inumano,
 chi ti destò nel seno
 sì barbara empietà! Sugl’occhi miei
1045svenar quell’innocente?
 Voi lo vedete e lo soffrite, o dei?
 Tolomeo
 Porgimi la tua destra
 ed il figlio vivrà.
 Cornelia
                                 No, sì gran prezzo
 non val la vita sua. Pria ch’acconsenta
1050all’indegno imeneo
 quest’innocente vittima s’uccida.
 Prendi l’ultimo baccio,
 più non mi fai pietà. Tenero pianto
 più non tramanda il ciglio;
1055salva sia la mia gloria e muoia il figlio.
 Tolomeo
 E tu crudele, e tu inumano appelli,
 Cornelia, il mio rigor? Cuor più spietato
 chi mai vidde del tuo? Quest’è tuo sangue
 né ti move a pietade! Orror mi fai;
1060io non ho il sen capace
 di tanta crudeltà! Per umiliarti
 tuo figlio minacciai. Ma tu spietata
 la sua morte procuri,
 o femina superba, o madre ingrata. (Parte)