Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VI
 
 CORNELIA, poi LEPIDO. CESARE che dorme. CLEOPATRA ritirata
 
 Cornelia
                                     Nel sonno oppresso
 lo spergiuro, il nemico! Amato sposo,
 tu sei che mi scorgesti
 dove ucciderlo debbo; ardisci e cada... (Snuda lo stile e mentre si vuol avvanzare a Cesare s’arresta dicendo)
 Ma Cornelia, che fai?
645Opprimere nel sonno
 chi difesa non ha... Sì; col tiranno
 la virtude è delitto.
 Roma me lo domanda,
 me lo chiede Pompeo, lo voglion tanti
650miseri estinti cittadini... (S’avanza)
 Lepido
                                                Aspetta.
 Cornelia, vuoi levarmi
 forse col merto il premio? Io svenar deggio
 il barbaro infedele.
 Cornelia
                                      Eccoti il ferro.
 Via, trafiggi quel sen.
 Lepido
                                          Fermati e scorgi
655come gli passo il cor. (In atto di ferirlo)
 Cleopatra
                                         Cesare sorgi. (Desta Cesare e trattiene Lepido)
 Mira che sei tradito.
 Cesare
 Tu col ferro al mio seno?
 Cornelia il vede e tace?
 Cornelia
 Mio l’acciar, mio il dissegno
660fu già di trucidarti.
 Lepido mel vietò.
 Lepido
                                   Lepido è quello
 che svenar ti dovea; lo stile, il braccio
 vedesti alzato per ferirti.
 Cornelia
                                                Il braccio
 ei fu che disarmommi.
665Lo stile è mio; qui si celava e ancora
 ricerchi in queste soglie (Mostra la vagina)
 l’offensore, il nemico
 quando vicino hai di Pompeo la moglie?
 Cleopatra
 Ambi voglion tua morte, ambi son rei.
 Cesare
670Anime scelerate.
 Tant’ira, tanto sdegno
 contro il Cesare vostro? E in che v’offesi?
 Perché non fui con Tolomeo crudele
 son reo nel vostro cor? Chi intese mai
675che la pietà fosse delitto! Indegni,
 sarò crudel; vuo’ che cominci in voi
 la mia severità gl’uffizi suoi.
 Cornelia
 Opra pur a tuo senno.
 Pietoso coi nemici,
680crudel coi cittadini
 renditi pur. Via, quella morte istessa
 che a te dar non sepp’io porta al mio seno;
 quest’è quel più che far mi puoi ma questo
 de’ miei fieri tormenti ancora è il meno.
 Lepido
685Signor, se punir vuoi
 chi della colpa è reo, Lepido mora.
 È innocente Cornelia.
 Cleopatra
                                          Ambi punisci.
 Salva la vita tua, tronca lo stame
 d’un’empia donna e d’un amico infame.
 Cesare
690Cleopatra, esser non deggio
 per vendicarmi ingiusto. Il tuo germano
 risserbai al Senato; i traditori
 a Roma condurrò. Fra i cittadini
 non vi sarà chi con il ferro in mano
695ricusi vendicar l’atto inumano.
 Cornelia
 Empio, se Roma è quella
 ch’esser un dì solea, la destra armata
 avrà contro di te.
 Cesare
                                  Tu fra catene
 sieguimi al Campidoglio.
700Vedrai, superba, in breve
 come il suo vincitor Roma riceve.
 
    Col vincitor mio brando
 tremar farò gl’audaci;
 vedrai che al mio commando
705Roma soggiacerà.
 
    Né mi diran tiranno
 per l’aquistato impero
 se conservar non sanno
 la propria libertà.