Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA XI
 
 Attrio magnifico corispondente alla gran piazza d’Alessandria ed al palazzo reale.
 
 CESARE con foglio in mano, TOLOMEO da diverse parti
 
 Tolomeo
 Umile il re d’Egitto
350a Cesare s’inchina.
 Cesare
                                     Al vincitore
 non a Cesare di’; pensi che forse
 da Cesare s’ignori
 quale accolto saria se vinto fosse?
 Come a me di Pompeo,
355a Pompeo così avresti
 data con dono egual tu la mia testa.
 Tolomeo
 Finché amico fedele
 ti fu Pompeo, io l’onorai ma poi
 che emulo ti si fece e all’armi venne
360per la vittoria tua furo i miei voti;
 opra di rege amico
 e a Cesare dovuta
 credei la morte sua.
 Cesare
                                       Mal lo credesti;
 forte contro Pompeo
365mi vide il mondo sì, non inumano;
 l’assalii, lo fugai
 ma da Cesare sempre e da romano.
 Tolomeo
 Se però l’accoglievo, il regno mio
 proverebbe il tuo sdegno
370e armato ti vedrei.
 Cesare
                                     Ciò t’era meglio
 che esser ospite infido e prence indegno.
 Tolomeo
 Di nuova incerta guerra
 ti tolsi la caggion.
 Cesare
                                   Tu mi togliesti
 della vittoria illustre
375l’ornamento maggior.
 Tolomeo
                                          Per l’opra mia,
 per me...
 Cesare
                    Per l’opra tua, per te dirassi
 che debbo in questo giorno
 della pugna l’evento
 più ch’alla mia virtude a un tradimento.
 Tolomeo
380Opra mai più fedele
 sì mal non si conobbe.
 Cesare
                                           Opra più indegna
 mai comessa non fu.