Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA II
 
 CESARE, LEPIDO, ACHILLA
 
 Achilla
 Signor, così tu cambi
 l’amicizia d’un re?
 Cesare
                                     D’un re tiranno
 abborro il nome e l’amicizia io sdegno.
 Achilla
100Dunque dirò...
 Cesare
                              Dirai
 che pietade non merta e non la speri.
 Lepido
 A me, signor, la libertà concedi;
 io tra i reggi custodi
 m’offro svenar il re malvaggio e poi
105tinto del sangue reo,
 tornerò, lo prometto, a’ lacci tuoi.
 Cesare
 Vanne libero e sciolto
 Lepido sì ma Tolomeo si serbi
 di Cesare al voler.
 Lepido
                                    Di tua pietade
110temo assai più che del tuo sdegno.
 Cesare
                                                                A voi,
 santi dei che scorgete
 qual nel mio core io sento
 orror del tradimento,
 perché all’età futura
115il nome mio non scenda
 con idea di viltà macchiato e oscuro,
 detesto il fallo e la vendetta io giuro.
 
    Cadrà quel disumano
 che il sangue altrui versò,
120per chi tradì un romano
 pietade io non avrò.
 
    A un barbaro infedele
 fede serbar non vuo’,
 s’egli fu re crudele
125crudele anch’io sarò.