Griselda, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VI
 
 GUALTIERO, poi OTTONE
 
 Gualtiero
 L’empio s’ascolti. Forse
 dall’amor di costui preser fomento
 le publiche querele.
 Ottone
                                       Al reggio piede...
 Gualtiero
815Sorgi; libero parla; ami Griselda?
 Ottone
 Nol niego; amor fu solo
 ch’a rapirla m’indusse.
 Gualtiero
 Né del real mio sdegno
 ti trattene il timore?
 Ottone
                                        È un tuo rifiuto.
 Gualtiero
820Di te, degl’avi al sangue
 sparso a pro del mio regno io dono il fallo.
 Ottone
 Signor, una ch’un tempo
 fu reggina e tua moglie è scorno tuo
 ch’erri fra monti e boschi.
 Gualtiero
825T’intendo. Ottone, il giuro
 sulla mia fede, allora
 ch’io mi sposi a Costanza avrai Griselda.
 Ottone
 Oh dono, oh gioia! Al reggio piè prostrato
 lascia...
 Gualtiero
                 No, prima attendi
830che la grazia s’adempia e poi la rendi.
 Va’, mi precedi al loco
 destinato alle nozze; ivi vedrai
 la nuova sposa ch’al mio trono alzai.
 Ottone
 
    Doppo un’orida tempesta
835splende chiaro il ciel sereno
 che disgombra il nostro seno
 dell’affanno e del timor.
 
    Così suole la fortuna
 ristorare i danni suoi
840vicendevoli con noi
 alternando il suo rigor.