Griselda, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA III
 
 GUALTIERO e detti
 
 Gualtiero
720Griselda.
 Costanza
                    (Il re!)
 Roberto
                                   (Son morto).
 Gualtiero
 Perché tu sì sdegnosa? E voi bell’alme
 perché confuse?
 Griselda
                                 (E dovrò dirlo?)
 Gualtiero
                                                                 Esponi.
 Griselda
 Non m’astringer, ten priego,
 a ridir ciò che vidi.
 Gualtiero
725Corrado il dica.
 Tu se parli o se taci ognor m’offendi.
 Corrado
 Signore in brevi accenti il tutto intendi.
 Costanza
 (Non v’è più speme).
 Roberto
                                          (O sorte!)
 Corrado
 Roberto e la tua sposa
730in questo loco or ora
 favellando d’amor facean dimora.
 Gualtiero
 E perciò d’ira accesa?
 Corrado
 Forse che l’alta offesa
 dell’onor tuo le accese in sen lo sdegno.
 Gualtiero
735Ben si vede che nata
 sei fra boschi, o vil donna. E che ti trassi
 di là perché tu vegli
 sugl’affari reali? Eh ti ramenta
 ch’altra è la reggia sposa e tu sei serva,
740oblia qual fosti e le sue leggi osserva.
 Griselda
 Quel zelo...
 Gualtiero
                       Io non tel chiedo.
 Griselda
 Il rispetto...
 Gualtiero
                         Lo devi
 alla real consorte.
 Griselda
 L’onor tuo...
 Gualtiero
                         Chi t’elesse
745del talamo custode?
 Che ti cal se Costanza
 abbia più d’un amante?
 Che divida il suo cuor? Ch’ami a sua voglia
 o Roberto o Gualtier? Verun tormento
750deve questo a te dar s’io son contento.
 Udisti?
 Griselda
                 Udii.
 Roberto
                             (Che sento?)
 Gualtiero
 Ti sovenga il suo grado.
 Griselda
                                             È di reggina.
 Gualtiero
 Il tuo uffizio?
 Griselda
                            È di ancella.
 Gualtiero
 E se talor per altri arder la miri?
 Griselda
755Cieche avrò le pupille.
 Gualtiero
 Se sospirar la senti?
 Griselda
 Sordo l’udito.
 Gualtiero
                            E se fia ch’a Roberto
 anco sugl’occhi tuoi
 scopra talor dell’amor suo le faci
760non trasgredir le leggi; e servi e taci.
 Griselda
 Numi, qual legge è questa? A qual tormento
 condannata son io?
 Chi vide mai dolor simile al mio?
 
    Son infelice tanto
765che non mi basta il pianto
 a dileguar mie pene.
 La morte chi mi dona?
 Che sol quest’alma aflitta
 morte può consolar.
 
770   Se veggo il mio crudele
 tradir da un’infedele
 tacer dovrò? Perché?
 Un’anima sincera
 non sa dissimular.