Griselda, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA IV
 
 OTTONE, GRISELDA
 
 Griselda
 Ecco il tempo, in cui l’alma
 dia saggio di sé stessa.
 Ottone
 Reggina, se più badi
105più reggina non sei.
 Griselda
 (Custui quant’è importun!) (A parte)
 Ottone
                                                      Sulle tue chiome
 la corona vacilla,
 a serbartela Ottone è sol bastante,
 fido vassalo e cavaliero amante.
 Griselda
110Chi mi toglie il diadema
 mi ritoglie un suo don. Se perde il capo
 l’insegne di reggina, a me costante
 resta il cor di Griselda.
 Ottone
                                            Io se l’imponi
 anch’in braccio a Gualtiero
115svenerò chi ti toglie
 il nome di reggina e quel di moglie.
 Griselda
 Iniquo, e lo potresti? E tal mi credi?
 Ottone
 Pensa ch’in un rifiuto
 perdi troppo.
 Griselda
                            Che perdo?
 Ottone
120Regno.
 Griselda
                Che mio non era.
 Ottone
 Grandezze.
 Griselda
                        Oggetto vile.
 Ottone
 Sposo.
 Griselda
                Che meco resta
 nell’alma mia scolpito.
 Ottone
 Figlio.
 Griselda
               Mel diede il cielo ed ei mel toglie.
125Ah che purtroppo io sento
 nel lasciarti, Everardo,
 delle perdite mie tutto il tormento.
 Ottone
 Un tuo sguardo, Griselda,
 dà tempra a questo ferro ed un sol colpo
130troncherà i tuoi perigli e se ’l ricusi
 forse ti pentirai. La mia pietade
 mal conosci, Griselda, e verrà un giorno
 che sordo a’ tuoi lamenti
 anch’io mi riderò de’ tuoi tormenti.
 Griselda
135Che favellar è il tuo? L’amor, lo sdegno
 troppo confondi ed oltrepassi il segno.
 
    Brami le mie catene
 e mi rinfacci?
 Piangi delle mie pene
140e poi minacci?
 Credimi, tu sei stolto
 e non t’intendo.
 
    Tu sai ch’io son fedele
 al primo affetto
145né mai sarò crudele
 al primo oggetto.
 Ti lagni ancor
 né la raggion comprendo.