L’ippocondriaco, Venezia, s.n., 1735

Vignetta Frontespizio
 MELINDA moglie, poi RANOCHIO marito
 
 Melinda
 Crepa, schiatta, in malora,
 prego il ciel che da vero
 ti venga tutto il mal ch’hai nel pensiero.
 Si può sentir di peggio!
5Sia maledetto il punto
 ch’io presi per marito un uom sì strano.
 È grasso come un porco,
 ei mangia a più non posso
 e crede aver cento malanni addosso.
10Ma l’ippocondria sua torna in mio danno;
 non vuol ch’esca di casa,
 non vuol conversazion; tutta la notte
 gli devo fare il contrapunto al pianto.
 Giuro al cielo che voglio
15liberarmene presto e so ben io...
 Ranocchio
 Ehi Melinda, Melinda. (Di dentro)
 Melinda
                                             Un sol momento
 ei non mi lascia in pace.
 Ranocchio
 Melinda dico. Oimè! Non mi sentite?
 Io vi chiamai sì forte
20che quasi in petto mi crepò una vena.
 Melinda
 (Oh lo volesse il ciel!) Dolce marito
 che volete da me?
 Ranocchio
                                    Quelle finestre
 mi faranno crepar. Vel dissi ancora.
 Serratele in malora.
 Melinda
25Aperte io le lasciai
 per esalar la puzza
 dell’oglio, degl’empiastri e degl’unguenti
 e del pessimo odor degl’escrementi.
 Ranocchio
 Oh questa sì ch’è bella!
30Volermi far morir per pulizzia!
 Appena appena intesi un po’ di vento,
 mi si gonfiò la testa. Il cor mi trema
 che mi venga nel capo un apostema.
 Melinda
 Possibile che a nulla
35vaglian tanti rimedi?
 Ranocchio
                                          Oh dio nol so.
 Dacché presi il mercurio
 ch’oggi si è reso arcano universale
 sento crescermi il male. Io non lo veggo
 passar per le calzette, oh me infelice!
40Certo la pelle mia non avrà pori.
 Che m’apran doppo morte io mi contento.
 So che mi troveran l’ossa d’argento.
 Melinda
 Signor, non dubitate,
 quest’esperienza farò far io stessa.
 Ranocchio
45Il malan che vi colga;
 puol esser che crepate
 prima di me.
 Melinda
                            Nol niego;
 io son sana però.
 Ranocchio
                                  Vedrete in breve
 che sarò sano anch’io.
50Già da un amico mio
 mi fu proposto un chimico eccellente
 che guarisce ogni male e non vuol niente.
 Melinda
 È molto generoso!
 Ranocchio
                                    È un uom dabbene.
 Cinque doppie gli diedi
55per comprar gl’ingredienti,
 due per far il fornello e tre per l’oro;
 e il galantuom del suo vi mette i grassi,
 il carbon, la fatica, il tempo, i passi.
 Melinda
 (Oh quanti ne conosco
60di simil profession!)
 Ranocchio
                                        Mi sento fiaco;
 presto, presto da pranso.
 Melinda
 Son due ore di sole
 e volete pransar?
 Ranocchio
                                  Voi non sapete
 della mia infermitade i strani effetti;
65questa mattina è tanto il mio tormento
 che mi mangio un capone in un momento.
 Melinda
 Lo vado a preparar. (Sì voglio darti
 un pranso sulla giusta).
 Ranocchio
                                             Abbiate a cuore
 questo povero infermo.
 Melinda
                                             Non temete,
70del sincero amor mio certo voi siete.
 
    V’amo (v’aborro)
 dolce marito.
 Vorrei vedervi
 (morto) guarito.
 
75   Vi bramo sanato
 (vi bramo crepato)
 con tutto il mio cor.
 
    S’io dar vi potessi,
 diletto consorte,
80la vita (la morte)
 avrei men dolor. (Via)
 
 Ranocchio
 Nelle miserie mie qualche conforto
 recami avere una consorte amante.
 Poveraccia, talvolta
85mi fa pietà; colle sue mani istesse
 mi presenta i cristieri
 e ogni giorno pulisce i miei cauteri.
 Oh quando finiran questi miei mali!
 Quello che più mi spiace
90è che il medico mio di me si ride,
 dice ch’io non ho febre e pur mi sento
 sempre il polso alterato.
 Dice che ho buona ciera ed io mi vedo
 tutti i dì nello specchio
95che vengo seco, smunto, gialo e vecchio.
 Oimè! Cos’è mai questo?
 Mi batte il cor, mi palpita il polmone,
 la sistole, la diastole,
 il diafragma, il pancreate e gl’intestini
100si rivoltan sossopra.
 Presto, presto, aqua fresca;
 Melinda, dove siete?
 Oimè mi manca il fiato,
 più rimedio non v’è, già son andato.
 
105   Le gambe mi tremano,
 le luci s’abbagliano,
 mi manca il respiro,
 non sento, non miro,
 casco, casco; saldo, saldo;
110che freddo, che caldo!
 Vo tutto in sudor. (In questo Melinda da chimico)
 
 Melinda
 Signor Ranochio amabile
 perché così frenetico
 sentovi esaggierar per questa camera?
 Ranocchio
115Chi siete mio bel giovine?
 Melinda
 Io son vostro umilissimo
 servo divoto, un chimico.
 Ranocchio
 Quello forse?...
 Melinda
                              Benissimo.
 Quel che vi manda il nobile
120signor Pancrazio Fragola.
 Ranocchio
 Amico mio carissimo
 sedete e discoriamola.
 Melinda
 V’obbedisco, signor; via comandatemi.
 Ranocchio
 Da questo viso palido,
125dagl’occhi lagrimevoli,
 da questo sputo torbido,
 dal respirar difficile
 della mia infermità siete certissimo.
 Melinda
 (Che pazzo da legar!)
 Ranocchio
                                          Dentro lo stomaco
130ho un acido insofribile
 che strugeria in un dì più di sei pecore.
 Melinda
 Il polso?
 Ranocchio
                   Agitatissimo.
 Melinda
 Lasciate ch’io lo senta; egl’è durissimo.
 Ranocchio
 Alla vostra virtude io raccomandomi.
 Melinda
135(Sei ben raccomandato). Assicuratevi
 del mio buon cor. Promettovi
 guarirvi in breve termine.
 Ranocchio
 Ditemi, in quanti mesi?
 Melinda
                                               Adesso subito.
 Io non son di quei medici
140che ad ogni lieve mal fan trenta recipe.
 Ranocchio
 La mia borsa lo sa quel che costumano.
 Melinda
 Né meno un di quei semplici
 che un recipe medesimo
 danno ai grassi ed ai magri, ai vecchi e ai gioveni.
 Ranocchio
145Error troppo palpabile!
 Ma qual sistema è il vostro?
 Melinda
                                                     Io degl’empirici
 sieguo l’usanza facile
 soave e sicurissima.
 Fondato il mio sapere ho nella pratica,
150perché rerum magistra est experientia.
 Di chimica e spargirica,
 di fisica e bottanica
 ne so quanto mi basta, benché dicesi
 ars longa vita brevis,
155etcaetera.
 Ranocchio
                             Mi piace il vostro spirito,
 già mi fido di voi.
 Melinda
                                    (Sei nella trapola).
 In questo vaso piccolo
 chiuso è un licor mirabile
 chiamato oro potabile
160che in italian vuol dire oro bevibile.
 Ranocchio
 Quello che cercan tutti e mai nol trovano?
 Melinda
 Appunto quello; io lo trovai prestissimo.
 E ve lo insegnerò con modo facile.
 Ranocchio
 (Ora son felicissimo).
165In grazia il vero ditemi.
 Melinda
 Prendete quel che chiamasi
 ente primario, o ver prima materia,
 unitela coll’acqua de’ filosofi,
 al foco distillatela
170ed avrete il mirabile
 licor che rende l’uom robusto e vegeto.
 E può formar la traduzion metalica.
 Ranocchio
 Non intendo il principio; egl’è oscurissimo.
 Melinda
 Così parliamo noi. Basta, prendetevi
175per or la sanità. Tutto bevetelo,
 se volete guarire. (È pien d’arsenico).
 Ranocchio
 Alla vostra presenzia
 dunque lo beverò.
 Melinda
                                    Su via finiamola.
 Ranocchio
 (Io so che questi chimici
180soglion far dei spropositi).
 Melinda
 Perdete il tempo invan.
 Ranocchio
                                              Signor, io dubito...
 Melinda
 Di che? Di che?
 Ranocchio
                                Di qualche anteparistasi.
 Melinda
 
    Oh che sproposito
 da ignorantissimo!
185Mi fate ridere
 ah ah ah ah.
 
 Ranocchio
 (Questo riso m’annoia). Orsù sentitemi,
 il licor beverò ma compiacetevi
 di berne prima voi.
 Melinda
                                       (Non bevo tosico).
190Signore perdonatemi,
 bever non dee la medicina il medico.
 Ranocchio
 Vi parlo schietto e libero,
 s’accresce il mio timore,
 io voglio vedervi
195a berne prima voi.
 Melinda
                                     Quest’è impossibile.
 Ranocchio
 Perché?
 Melinda
                  Perché egl’è arsenico.
 Ranocchio
 Oimè son sassinato.
 Melinda, moglie mia, correte presto,
 Melinda, mi lasciate in abbandono?
 Melinda
200Se cercate Melinda, io quella sono.
 Ranocchio
 Come?
 Melinda
                 Sì nauseata
 dalla vostra pazzia, vi preparai
 medicina opportuna ai vostri guai.
 Ranocchio
 Traditrice così?...
 Melinda
                                   Non siete buono
205né per voi né per me. Credei ben fatto
 il mondo liberar da un lazaretto.
 Ranocchio
 Oh donne infide! Oh simulato affetto!
 
    Fuggi dagl’occhi miei,
 mostro crudel tu sei
210perfida ingrata.
 
 Melinda
 
    Sì sì mi partirò,
 di te che far non so.
 
 Ranocchio
 
 Moglie spietata.
 
 Melinda
 
    Più viver non voglio
215con un lazaretto.
 
 Ranocchio
 
 Cospetto, cospetto!
 Raffrena l’orgoglio.
 
 Melinda
 
 Che puzza.
 
 Ranocchio
 
                       Che caldo.
 Non posso star saldo.
 
 Melinda
 
220Va’ prendi il mercurio.
 
 Ranocchio
 
 Tradir il consorte.
 
 Melinda
 
 Va’ sposa la morte.
 
 Ranocchio
 
 Tu crepa.
 
 Melinda
 
                     Tu schiatta,
 sei pazzo.
 
 Ranocchio
 
                     Sei matta.
 
 Melinda
 
225Tu degno non sei
 di viver con me.
 
 a due
 
    Divorzio divorzio
 io voglio con te.
 
 Il fine della prima parte