Pelarina, Venezia, Valvasense, 1734

Vignetta Frontespizio
 PELARINA e VOLPICIONA, poi TASCADORO
 
 Pelarina
 Non me ne dite altre.
 Volpiciona
 Ma se il tuo ben...
 Pelarina
                                   Non ne faremo niente.
 Volpiciona
 Tu sei pur insolente.
 Pelarina
                                        A voi mia madre
 in tutto obbedirò ma, perdonatemi,
5circa lo sposo poi,
 a me deve piacere e non a voi.
 Volpiciona
 Eh pazzarella, che al tuo ben non pensi.
 Quel galantuom che a visitarti viene
 di buon aspetto egl’è; paga il maestro
10che t’insegna la solfa
 ed è cotto per te; ma quel che importa
 ha molto di quel giallo
 risplendente metallo
 che in questi tempi è tanto raro al mondo.
15Questo, questo è ’l pensiero
 che tu dovresti aver...
 Pelarina
                                          Dite da vero?
 Dunque credete voi che amar io possa
 un uomo come lui rozo, sgarbato,
 che non ha dritto né roverscio? Or teme
20a dir mezza parola,
 ora mille sciocchezze a dir s’avvanza.
 Non sa che sia creanza,
 non ha lindura e veste alla carlona.
 Io non son così buona; un uomo io voglio
25bello di volto, di trattar gentile,
 generoso di man, grande di core,
 che degno sia d’un musicale amore.
 Volpiciona
 Il signor Tascadoro alfin non vuoi
 per tuo marito.
 Pelarina
                               M’intendeste.
 Volpiciona
                                                           Almeno,
30se fingessi d’amarlo
 potressimo sperar di ben pelarlo.
 Pelarina
 Ed io finger potrei, che in vita mia
 non so d’aver mai detta una bugia?
 E poi pelar colui? Ma non vedete
35che donar ei non sa, che il suo dinaro
 riguarda con rispetto
 e lo spenderlo crede un gran diffetto?
 Volpiciona
 Grande è il nostro bisogno,
 tutto convien tentar; per poco abbiamo
40da fare ancor di qua, se nol peliamo.
 Pelarina
 Basta, m’ingegnerò ma non so dirvi
 se riuscirvi saprò.
 Volpiciona
                                    Coraggio, o figlia,
 che a trarti fuor di guai
 una madre amorosa al fianco avrai.
 
45   Sento che tutto in lagrime
 si strugge questo cor,
 perché sì miserabile
 render ti vuole ancor
 crudel la povertà.
 
50   Ma spera e tenta
 mia figlia amata,
 sarai contenta,
 la sorte ingrata
 si cangierà.
 
 Pelarina
55Farò quel che saprò.
 Volpiciona
                                        Ma il protettore
 a venir molto tarda.
 Pelarina
 Eccolo. Avrà trovato
 la porta aperta e in stanza
 senz’altri complimenti egli s’avvanza.
 Tascadoro
60Ohimè, non posso più, presto ch’io sieda.
 Pelarina
 (Che bel saluto è questo).
 Volpiciona
 Ma signor Tascadoro ha qualche male?
 Tascadoro
 Ah ah.
 Pelarina
                Forse le scale
 gl’han dato questo affanno?
 Tascadoro
65Ah ah.
 Pelarina
                Ride? Di che?
 Tascadoro
                                            Del vostro inganno.
 A pranso da un amico
 sono stato invitato
 e ho dato una mangiata da gran porco.
 Pelarina
 (Che civile parlar).
 Tascadoro
                                      Tanto gonfiato
70è il ventre mio che reggermi non posso.
 Tastate che tamburro.
 Pelarina
                                           Eh già lo credo.
 (Possa crepar).
 Volpiciona
                               (Ma che mai fa? Che vedo?)
 Tascadoro
 Confitto in questo dente
 parmi d’aver ancora un salciccione.
 Volpiciona
75Lo pulisca, ha ragion.
 Pelarina
                                          (Che mascalzone).
 Tascadoro
 Dite la mia ragazza,
 studiaste ben la parte?
 Pelarina
 Studiai... Che è questo? Ohibò.
 Volpiciona
 Sporcar il fazzoletto
80non è già pulizia.
 Tascadoro
                                  Voi dite ben.
 Pelarina
 (Bueh, che porcheria!)
 Tascadoro
 Signora Volpiciona,
 quanto voi mi vedete industrioso,
 tanto son per la figlia anco amoroso.
 Volpiciona
85Odi che bella sorte, o figlia mia.
 Il signor Tascadoro
 sente per te d’amor qualche tormento.
 Tascadoro
 Che vi venga la rabbia,
 mi fatte vergognar.
 Pelarina
                                      (Bel complimento).
90Veder dovreste, o madre,
 ch’egli scherza così; sperar non posso
 che il mio, qual sia, sembiante
 possa vantar un sì garbato amante.
 Tascadoro
 E pur tutto il mio sangue...
95Ma tutto, tutto per la schiena... (A farle
 un complimento anch’io polito e nuovo
 vorrei belle parole e non ne trovo).
 Pelarina
 Sangue... Schiena... (Un bastone).
 Volpiciona
                                                                (Oh me tapina!)
 Pelarina
 Signore...
 Tascadoro
                     Ah Pelarina,
100voi pelate il mio core e il mio polmone;
 a questa pelazione
 il pensiero e il palato
 di parole per voi resta pelato.
 
    Vorrei dirvi che voi siete
105la mia ca... ca... la mia be... be...
 E non posso, vengo rosso
 ma l’orecchio qui mettete
 e il mio core sentirete
 come dolce parlerà.
 
110   Cosa mai m’avete fatto!
 Sento un certo pizzicore
 che nel seno qual veleno
 serpeggiando ognor mi va.
 
 Pelarina
 Voi amate, o signore,
115come creder poss’io?
 Tascadoro
                                         Sentite il core.
 Volpiciona
 Eh non vanno gl’amanti
 con questo collarone
 né vestiti così da capellone.
 Tascadoro
 Oh! Come van?
 Pelarina
                                Politi nel vestire;
120abito corto con larghi faldoni,
 attillati calzoni alla spagnola,
 manica a mezzo braccio,
 di bianchi pizzi e fini il manicino,
 piccolo capellino, anzi invisibile;
125peruchin col topè,
 di dietro il maroné con borsa o coda,
 scarpa senz’alzatura in su voltata,
 calzetta fiammeggiante e ben stirata.
 Col piè sempre in cadenza,
130con la testa in iscorcio,
 nel favellar gentili,
 nel conversar civili e rispettosi;
 m’intendete? Così van gl’amorosi.
 Tascadoro
 Anch’io, anch’io... vedrete,
135ah Pelarina mia, che belle cose
 che insegnate m’avete.
 Purché a voi piaccia, tutto
 io saprò far prima che venga sera.
 Volpiciona
 Ma la lezzione non udiste intiera.
 Tascadoro
140V’è ancor di più? Spiegatevi;
 che debbo far per esser vero amante.
 Volpiciona
 Vi resta da imparar il più importante.
 Tascadoro
 Non mi fate penar.
 Volpiciona
                                      Voi le saccoccie
 aver dovete piene
145d’ampolline, di bussoli e di stucchi,
 tutti d’oro o d’argento,
 tutti ripieni di galanterie
 o di qualche vital contraveleno.
 Quattro scattole almeno
150massiccie con tabacco soprafino,
 orologio in taschino,
 ma di repetizione,
 e quel che importa in tasca un gran borsone
 gravido di zecchini traboccanti;
155e questa è la lezzion de’ veri amanti.
 Tascadoro
 È un po’ duretta invero
 quest’ultima lezzion ma vuo’ far tutto,
 purché, o bella, ma bella voi m’amiate.
 E sarà poi così?
 Pelarina
                                Non dubitate.
 Volpiciona
160Voi sarete il suo vago.
 Pelarina
                                          Il mio tesoro
 sarà allor Tascadoro.
 Tascadoro
                                        Ah dal contento
 quieto non posso star. L’oro e l’argento
 che mi fa diventar gradito amante
 porterò sempre ma ben chiuso adosso.
 Pelarina, Volpiciona a due
165Così ti peleremo infin su l’osso.
 Pelarina
 
    Quanto grande è il mio contento
 nel vedervi alfin seguace
 della moda parigina.
 
 Tascadoro
 
    Detto sia con vostra pace;
170stupirete al portamento
 ed al brio della mia mina.
 
 Volpiciona
 
    Bel vedere in gemme ed oro
 Tascadoro a scintillar.
 
 Tascadoro
 
    E dell’oro col splendore...
 
 Pelarina, Volpiciona a due
 
175Bravo, bravo.
 
 Tascadoro
 
                            Al caro amore...
 
 Pelarina, Volpiciona a due
 
 Viva.
 
 Tascadoro
 
             Gl’occhi ad incantar.
 
 Pelarina
 
    Con il lucido ornamento
 quanto vago più sarai.
 
 Tascadoro
 
 Che piacer, che godimento!
 
 Volpiciona
 
180(Godi pur, t’accorgerai).
 
 Tascadoro
 
 Già di me s’è innamorata.
 
 Pelarina
 
 (O che nobile pelata
 che ben presto il tordo avrà!)
 
 Volpiciona
 
    È la pompa e la grandezza
185l’arte sol d’innamorar.
 
 Tascadoro
 
    Viva amore e chi l’apprezza.
 
 Pelarina, Volpiciona a due
 
 (Di pelar...)
 
 Tascadoro
 
                         Di farsi amar...
 
 Pelarina, Volpiciona, Tascadoro a tre
 
 Viva l’arte e chi la sa.