Il viaggiatore ridicolo, Venezia, Zatta, 1794

Vignetta Manca la princeps
 SCENA XI
 
 Don FABRIZIO, il CONTE, la CONTESSA, donna EMILIA ed i suddetti
 
 don Fabrizio
                Siamo qui. Sedan, padroni.
 Seda lei. (Alla contessa)
 Contessa
                    Prima lei. (A don Fabrizio)
 don Fabrizio
                                         Oh mi perdoni.
 Cavaliere
 Qua, signora contessa,
 qua il signor don Fabrizio, a lei vicino.
 Di qua il signor contino.
785Qui donna Emilia e la marchesa qui.
 Ed io presso di lei, va ben così?
 don Fabrizio
 Non mi par. La marchesa
 dovrebbe un po’ più in qua...
 Cavaliere
                                                       No no, ho imparato
 le tavole a dispor da che ho viaggiato.
 don Fabrizio
790Via dunque, presentate
 la zuppa a queste dame.
 Cavaliere
                                               Piano un poco,
 vuo’ che si metta in pratica
 una nuova invenzion ch’è tutta mia
 per mettere gli spirti in allegria...
795Animo, una bottiglia, (Ai servitori)
 a tutti il suo bicchiere.
 Principiamo dal bere.
 Questo mio ritrovato
 ebbe in Londra fortuna e fu lodato. (I servitori danno a tutti da bere)
 don Fabrizio
800Affé non mi dispiace.
 Cavaliere
                                          E perché sia
 più bella l’allegria,
 prima ancor di mangiare,
 col bicchiero alla man si ha da cantare.
 Ecco due stroffe sole (Dispensa alcune carte di musica)
805con musica e parole.
 Cantin meco le dame,
 almeno una di loro,
 poi gli altri tutti canteranno il coro.
 Cavaliere, Marchesa a due
 
    Che dolce licore,
810che amabile frutto,
 beviamolo tutto,
 che buono sarà.
 
    Che venga il piacere,
 che fuggasi il lutto,
815beviamolo tutto,
 che bene ci fa.
 
 tutti
 
    Beviamolo tutto,
 che buono sarà.
 Beviamolo tutto,
820che bene ci fa.
 
 Cavaliere, Marchesa a due
 
    Di Bacco il licore
 fa lieti e felici;
 beviamolo, amici,
 che gusto ci dà.
 
825   Dal nume del vino
 prendiamo gli auspici;
 beviamolo, amici,
 che meglio si sta.
 
 tutti
 
    Beviamolo, amici,
830che gusto ci dà;
 beviamolo, amici,
 che meglio si sta.
 
 Cavaliere
 Si è cantato e bevuto; son contento,
 or divido la zuppa e la presento. (Dà la zuppa)
 Giacinto
835(Questo caro signor fa da padrone). (A Livietta)
 Livietta
 (E il padrone di casa è un bel minchione).
 Cavaliere
 Oh che cattiva zuppa! (Assaggiandola)
 Marchesa
 Parmi di buon sapore.
 Cavaliere
 Non ho mangiato mai zuppa peggiore.
 Conte
840Chi sente voi, signore,
 tutto vi par cattivo.
 Cavaliere
 Due anni or son che nel gran mondo io vivo.
 Che piatto è questo? Permettete, oibò. (Assaggiandolo)
 Dolce, grasso, malfatto.
 donna Emilia
845Se qui tutto vi spiace,
 vi consiglio di andarvene a drittura.
 Conte
 Non ho inteso maggior caricatura.
 Cavaliere
 Per dir la verità, dacché ho viaggiato
 ho il gusto delicato.
850Se voglia di mangiare or non mi sento,
 farò qualcosa per divertimento.
 Mi ricordo in Olanda ad una tavola,
 in cui vi erano donne,
 brutte come demoni,
855mi divertivo a far de’ matrimoni.
 Qui pur vuo’ far lo stesso,
 per ischerzo così, per allegria,
 tutta vuo’ maritar la compagnia.
 Donna Emilia col conte,
860con la contessa don Fabrizio ed io
 con la marchesa e poi
 servitor, cameriera ancora voi. (A Giacinto e Livietta)
 donna Emilia
 Questa è una impertinenza (S’alza)
 che soffrir non si può.
865So quel che deggio far, risolverò. (Parte)
 Cavaliere
 Oh si sdegna per poco!
 Conte
 Con dame non convien prendersi gioco. (S’alza)
 Parlaste mal, signore,
 e ve lo sosterrò, son cavaliero.
870(Da incontro tal la mia fortuna io spero). (Parte)
 Cavaliere
 Gente che non uscì dal suo paese
 non distingue gli scherzi dalle offese.
 Contessa
 Eh sono i scherzi vostri (S’alza)
 un po’ troppo avvanzati.
 Cavaliere
875Io soglio rispettar le donne tutte.
 Contessa
 Andate a maritar le donne brutte. (Parte)
 Marchesa
 Capite or la ragion perché è sdegnosa?
 Cavaliere
 Peggio d’una tedesca è pontigliosa.
 don Fabrizio
 Cavalier, non vorrei
880foste venuto qui
 a inquietarmi così la compagnia.
 Cavaliere
 Tutto si aggiusterà, la cura è mia.
 Giacinto
 Signore, in quanto a noi,
 non ce ne abbiamo a mal per niente affatto.
 Livietta
885Per me son pronta.
 Cavaliere
                                      Ed il negozio è fatto.
 Povero don Fabrizio,
 mi dispiace che sol restato sia.
 don Fabrizio
 Vi è la marchesa.
 Cavaliere
                                  Eh la marchesa è mia.
 don Fabrizio
 Come! Non siete voi
890destinato a mia figlia?
 Cavaliere
                                            Sì, è verissimo.
 Don Fabrizio carissimo,
 lasciatemi ch’io possa
 questa dama servir per questo giorno
 e poi domani a donna Emilia io torno.
 don Fabrizio
895Signor no, non conviene, io vi rispondo.
 Cavaliere
 Voi non sapete ancor cosa sia mondo.
 
    Domandate alla cara marchesa
 che ha viaggiato e che l’uso lo sa,
 non è insulto, non chiamasi offesa
900il servir che la donna si fa.
 
 Marchesa
 
    Favorire mi può don Fabrizio,
 favorire mi può il cavalier.
 Una donna che sia di giudizio
 l’uno e l’altro gradire saprà.
 
 don Fabrizio
 
905   Questa cosa per or non mi piace.
 
 Giacinto, Livietta a due
 
 Sì signore, con sua buona pace
 quest’è l’uso che in tutti vedrà.
 
 Marchesa, Cavaliere, Giacinto, Livietta a quattro
 
    Tutto il mondo l’approva e lo vede
 e la donna servir si concede
910con rispetto e con bella onestà.
 
 don Fabrizio
 
 Quest’usanza piacer non mi dà.
 
 Cavaliere
 
    Don Fabrizio, perdonate,
 confidate il vostro cor.
 Vi ha colpito, vi ha ferito
915per la dama il dio d’amor? (Piano a don Fabrizio)
 
 don Fabrizio
 
    Non mi celo, ve lo svelo,
 io mi sento un fiero ardor.
 
 Cavaliere
 
    Attendete, voi vedrete
 se vi son buon servitor. (A don Fabrizio)
 
 Giacinto, Livetta a due
 
920   Poverello, il vecchiarello!
 Gli si vede il pizzicor.
 
 Cavaliere
 
    Si è svelato innamorato,
 secondate il pazzo umor. (Alla marchesa piano)
 
 Marchesa
 
    Lo godremo, lo vedremo
925più brillante farsi ognor.
 
 Giacinto, Livietta a due
 
    Poverello, il vecchiarello!
 Gli si vede il pizzicor.
 
 Cavaliere
 
    La marchesa già si è resa
 tutta vostra di buon cor. (Piano a don Fabrizio)
 
 don Fabrizio
 
930   Io mi sento dal contento
 giovinetto farmi ancor.
 
 Cavaliere
 
    Ei lo crede, non si avvede. (Alla marchesa)
 Tutta vostra, già si mostra. (A don Fabrizio)
 
 tutti
 
 Viva viva il dio d’amor.
 
 don Fabrizio
 
935   Marchesina.
 
 Marchesa
 
                             Fabricino.
 
 Giacinto, Livietta a due
 
 Che grazina! Che amorino!
 
 don Fabrizio
 
 Io mi sento...
 
 Marchesa
 
                           Provo anch’io...
 
 don Fabrizio, Marchesa a due
 
 Nel cor mio sì dolce ardor.
 
 tutti
 
 Viva, viva il dio d’amor.
 
 Cavaliere
 
940   Leghi amor i cuor sinceri
 e di Bacco coi bicchieri
 l’allegria si accresca ognor. (Si porta un bicchiero di vino per ciascheduno)
 
 tutti
 
    Viva Cupido,
 caro bambino,
945viva il buon vino,
 dolce licor.
 
 don Fabrizio
 
    Cara sposina!
 
 Marchesa
 
 Caro sposino!
 
 Livietta, Giacinto, Cavaliere a tre
 
 Bell’amorino,
950tenero cor.
 
 tutti
 
    Viva Cupido,
 caro bambino,
 viva il buon vino,
 dolce licor.
 
 Fine dell’atto secondo