Il viaggiatore ridicolo, Venezia, Zatta, 1794

Vignetta Manca la princeps
 SCENA II
 
 Camera dell’appartamento del cavaliere.
 
 Il CAVALIERE, il CONTE e donna EMILIA
 
 Cavaliere
 No, conte mio, non dite
 ch’io sia del ver nemico;
 proverò quel ch’io dico.
520Voi siete uom letterato
 ma qualcosa di più sa chi ha viaggiato.
 Conte
 Per la moral, signore,
 vi sono i libri apposta;
 né s’impara così di posta in posta.
 donna Emilia
525Si può saper l’origine
 della contesa vostra?
 Cavaliere
                                        È un’ora e più
 che contendiam per una cosa istessa.
 Conte
 È una contesa tal che v’interessa. (A donna Emilia)
 Cavaliere
 Vi è fra noi discrepanza
530sull’interpretazion della costanza.
 Conte
 Sostengo ch’ella sia
 una virtù dell’animo
 salda, perseverante.
 Cavaliere
 Questa perseveranza è da pedante.
535E si prova, con facili argomenti,
 la costanza soggetta ai cambiamenti.
 Conte
 Falsissimo argomento
 che con ragion vi taccia
 di mancator di donna Emilia in faccia.
 
540   Alma forte, cor costante,
 salda fede e grato amor
 son le leggi dell’onor
 e il dover dell’onestà.
 
    No, non merta quel sembiante
545tal insulto, tal disprezzo.
 Lo può far chi non è avvezzo
 a serbar la fedeltà.