Il viaggiatore ridicolo, Venezia, Zatta, 1794

Vignetta Manca la princeps
 SCENA II
 
 Don FABRIZIO, il SEGRETARIO, poi GIACINTO
 
 don Fabrizio
25Segretario, venite. (Viene il segretario)
 Rispondiamo alle lettere.
 Oggi s’ha a far della fatica tanta;
 scrivere ne dobbiam trenta o quaranta.
 Principiamo da questa.
30Un cavalier mio amico
 mi dirige una dama.
 Vediam come si chiama,
 la marchesa Foriera (Leggendo la lettera)
 con la sua cameriera,
35con quattro servitori e due lacchè
 e con quattro cavalli al suo copè.
 Fosser anche di più, ne avrei diletto,
 cederò, se bisogna, anche il mio letto.
 Via, scrivete: «Monsieur, (Dettando)
40è un onor che mi fate,
 ora che mi addrizzate
 questa dama, monsieur, che vien da noi...».
 Giacinto
 Senta, signor padron.
 don Fabrizio
                                          Che cosa vuoi?
 Giacinto
 Il cavalier Gandolfo,
45terminato il suo giro,
 torna, dopo due anni, a questa volta.
 Per avvisar ch’ei viene,
 spedito ha il suo lacchè.
 don Fabrizio
 Sì, venga anch’egli ad alloggiar da me.
50«Venga pure la dama, (Dettando)
 da voi raccomandata,
 che sarà con piacer da me alloggiata».
 Giacinto
 Caro signor padron, ci pensi un poco.
 In casa non ci è loco.
 don Fabrizio
                                        Ci sarà.
 Giacinto
55Io gli dico di no, con sua licenza.
 don Fabrizio
 Ed io dico di sì. Che impertinenza!
 
    Son padrone in casa mia
 di alloggiar chi pare a me;
 e se loco più non c’è... (A Giacinto)
60Via scrivete, concludete... (Al segretario)
 «L’esibisco di buon cor...» (Dettando)
 Non mi fate più il dottor. (A Giacinto)
 
    «Non mi resta che gloriarmi
 vostro amico e servitor». (Dettando)
65Insolente seccator. (A Giacinto)
 
    Date qui. Leggerò (Prende il foglio dal segretario)
 e doppoi scriverò. (Legge borbottando piano accompagnato dagli strumenti)
 
    Che faceste? Che scriveste? (Al segretario)
 «L’esebisco di bon cor... (Leggendo quel che ha scritto il segretario)
70Non mi fate più il dottor.
 Non mi resta che gloriarmi
 vostro amico e servitor...
 insolente seccator!»
 
    Ignorante, via di là. (Al segretario)
75Insolente, via di qua. (A Giacinto che ride)
 Via di qua, via di là. (A tutti due)
 Che ignoranti, che birbanti
 che mi tocca a sopportar!
 Non li posso tollerar.
80Via di qua, via di là; (Li due partono)
 non li posso tollerar. (Parte)