I volponi, Venezia, Zatta, 1794

Vignetta Manca la princeps
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 GIRARDINO e TOLOMELLO
 
 Tolomello
560Animo, camerata. Adesso è il tempo
 di pigliar la fortuna per lo ciuffo
 e condurla e fissarla. I gran signori
 aman le novità, fan festa a tutto
 ma si stuffano presto
565e malgrado lo spirto ed il talento,
 tutto perde chi perde il buon momento.
 Girardino
 Io mi ripporto a voi; ditemi voi
 quello ch’io deggio far.
 Tolomello
                                            Prima di tutto
 convien che fra di noi pensiamo al modo
570di rovinar Fabrizio.
 Girardino
 Perché?
 Tolomello
                  Perch’è un volpone
 che vuol tutto per lui.
 Girardino
                                          Mi spiacerebbe
 far la rovina altrui.
 Tolomello
                                     Con questi scrupoli
 non sperate avvanzar. Ciascun pensare
575dee agl’interessi suoi.
 O Fabrizio perisca o periam noi.
 Girardino
 Che dilemma funesto!
 Non capisco... Non so... Che stile è questo!
 Tolomello
 È lo stil di chi aspira
580a far fortuna e a migliorar suo stato.
 Girardino
 Non si pensa così dov’io son nato.
 Tolomello
 Lisetta ha dello spirto e a voi unita
 contribuir potrà...
 Girardino
                                    Posso parlarvi
 con libertà?
 Tolomello
                         Parlate.
 Girardino
585Vi confido il mio cor.
 Tolomello
                                         Non dubitate.
 Girardino
 Io non amo Lisetta.
 Tolomello
                                      Cosa importa?
 Fingete. Io, per esempio,
 fo con la governante
 l’amante spasimato;
590mi credete per questo innamorato?
 Girardino
 Non amate Merlina?
 Tolomello
 Donne? Non ne amo alcuna;
 io non faccio l’amor che alla fortuna.
 Girardino
 Amico, se voleste,
595consolarmi potreste.
 Tolomello
                                        Comandate,
 siamo amici e dobbiamo esser sinceri.
 Girardino
 Cedetemi Merlina.
 Tolomello
                                      Volentieri.
 Se Merlina vi piace e vi diletta,
 m’attaccherò a Lisetta.
600L’una o l’altra è lo stesso.
 Fo caso dell’astuzia e non del sesso.
 
    Io non son di que’ sguaiati,
 pazzarelli innamorati,
 che si struggon per le belle,
605che sospirano mercé.
 
    Il mio bene, il mio tesoro
 è una borsa carca d’oro.
 La bellezza e la ricchezza
 non eguaglio e non confondo
610e non veggio in tutto il mondo
 chi più bello sia di me. (Parte)