Il talismano, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA IX
 
 CAROLINA, LINDORO, SANDRINA e PERILLO
 
 Lindoro
 Quest’è l’amor?... (A Carolina)
 Sandrina
                                    Quest’è la tenerezza?... (A Carolina)
 Perillo
 Voi fra zingari avvezza, (A Carolina)
 per farmi disperar, per mio tormento
1350divenite eroina in un momento?
 Carolina
 Fo il mio dover. Lindoro,
 vi amai, vi amo, vi adoro.
 Ma il dover... Ma l’onor... Se mi scordassi
 quella virtù che la ragion m’insegna,
1355sarei del vostro cor, sarei men degna.
 Lindoro
 Che pensate di far?
 Carolina
                                       Abbandonare
 un’arte perigliosa
 che comincio a odiar. Raminga e sola
 cercar sott’altro ciel...
 Lindoro
                                         Lasciar?...
 Sandrina, Perillo a due
                                                              Partire?...
 Carolina
1360Sì partire, lasciarvi e poi morire.
 Lindoro
 
    Ah mancar mi sento il core;
 non resisto al mio dolore;
 deh movetevi a pietà.
 
 Sandrina, Perillo a due
 
    Di due cuori sventurati,
1365di due cuori appassionati
 senta il vostro almen pietà.
 
 Carolina
 
    Ah s’accresce il mio tormento!
 Più d’ogni altro provo e sento
 che bisogno ho di pietà.
 
 a quattro
 
1370   Crudo fato dispietato!
 No per noi non v’è pietà.
 
 Carolina
 
    Parto, addio.
 
 Lindoro
 
                              Ben mio, restate.
 
 Sandrina
 
 Non partite.
 
 Perillo
 
                          Non andate.
 
 Carolina
 
 Ah decisa è la mia sorte,
1375veggo l’ombra della morte.
 
 a quattro
 
 Ah qual pena! Qual orror!
 Qual affanno! Qual dolor!
 
    Se sì male, amore ingrato,
 ricompensi un cor fedele,
1380con quell’arco dispietato
 più vittorie non sperar.
 
    Sventurati innamorati,
 rinegate amor crudele.
 Ah non fate, pazientate,
1385ch’egli sol può consolar. (Partono)