Il talismano, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA XVII
 
 Salone in casa di Pancrazio con seggioloni.
 
 CARDANO e PERILLO vestiti con toga dottorale e parucone in capo
 
 Cardano
 No no, non dubitate,
 non sarem conosciuti. Il talismano
 non posseggo, gli è ver, prender non posso,
1050come può Carolina,
 l’effigie di colui che più mi piace
 ma di me posso e de’ compagni miei
 cangiare a voglia mia
 l’aria, la voce e la fisonomia.
 Perillo
1055Per me, quando si tratta
 di riveder Sandrina,
 andrei senza esitare
 sulle spine, per aria o in mezzo al mare.
 Cardano
 Pancrazio ha convocati
1060tutti i legisti del castello, affine
 di rovinar Lindoro, ed ho timore
 che dal governatore
 queste deboli teste impaurite
 il povero Lindor perda la lite.
1065Si farà tutto quello
 che vi ho già confidato
 e spero che il tutor sarà beffato.
 Perillo
 Ma Carolina anch’ella
 non dee venir?...
 Cardano
                                  Può darsi
1070che venga e che non venga,
 che ottenga e non ottenga. In ogni evento
 una polve, un fomento,
 franchezza e mano lesta
 verranno all’uopo e finiran la festa.
 Perillo
1075Bravissimo! Del modo
 sono abbastanza istrutto.
 Farò la parte mia... Son pronto a tutto.
 Cardano
 Ecco i bravi dottori;
 uniamoci con loro.
 Perillo
1080E sosteniam la gravità, il decoro.