Il talismano, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA XI
 
 SANDRINA, poi PANCRAZIO con vari fogli in mano
 
 Sandrina
 Uomo è Lindoro e quel coraggio ha in seno
 che aver non è permesso
 al mio grado, al mio sesso e ad ogni istante
820veggio al mio amore il precipizio innante.
 Vorrei... e non vorrei... Cieli! Ritorna
 il genitor. Mi perdo, mi confondo.
 Vado? Resto? Che fo? Dove m’ascondo?
 Pancrazio
 Parlar, gridare, minacciar che vale?
825Agire, agir conviene.
 Chi fa presto fa bene e chi fa subito
 fa meglio. Chi è di là? (Chiama e vede Sandrina)
 Che fai tu in questa stanza? Via di qua.
 Sandrina
 Signore, in che ho mancato?
830Sempre meco sdegnato?...
 Pancrazio
                                                  Buona lana!
 Lascia che di Lindoro
 abbia l’affar spicciato,
 poi vengo diviato a’ fatti tuoi.
 Lindoro fra gli eroi,
835tapatà, tupetà, chi va lì?
 Sandrina in un ritiro, fi, fi, fi. (Imitando il pianto caricato, poi siede e legge i suoi fogli)
 Sandrina
 
    In ritiro la Sandrina? (Mentre ch’essa canta, Pancrazio fa dei contorcimenti)
 Cos’ha fatto, poverina?
 Quest’è troppa crudeltà.
840E Lindoro, tapatà?
 
    Non intendo, non comprendo
 s’è una pena, s’è un martiro.
 Ma piuttosto che un ritiro...
 non so dir che non farei...
845Sì piuttosto me n’andrei
 a cercar la carità.