Il talismano, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA IX
 
 LINDORO e detto
 
 Lindoro
 Eccomi a’ cenni vostri.
 Pancrazio
                                            I cenni miei
 sono, signor nipote,
765che in pochissime note
 mi dica chiaro e netto
 quello che la sua testa le consiglia,
 se vuole o se non vuol sposar mia figlia.
 Lindoro
 Signor...
 Pancrazio
                   Non v’è bisogno
770di scuse, di pretesti o di timori;
 dite voglio o non voglio, o dentro o fuori.
 Lindoro
 Mi prendete in un modo...
 che risponder non so.
 Pancrazio
 Poverino! Per voi risponderò:
775«Non signore, la mano
 dar non posso a Sandrina,
 perché il core ho donato a Carolina».
 Sciocco! Vile! Ti credi
 che nota non mi sia
780la passion, la follia
 che ne’ lacci plebei t’han l’alma involta?
 Pensa, risolvi e se ti ostini... ascolta.
 
    Una spada, una tasca, un fucile,
 stivaletti, tracolla e coccarda,
785baionetta, spuntone, alabarda.
 Altolà, tupetù, chi va là? (Imita lo strepito dell’armi da fuoco)
 
    «Oh, son ricco. Mio padre ha lasciati
 campi, case, castella, città».
 Cento scudi una volta pagati
790saran tutte le tue facoltà.
 
    A te tocca aprir la bocca,
 il tuo stato, buon o ingrato,
 da te sol dipenderà.
 O un cappotto o una sposina,
795o Sandrina o il tapatà. (Imita il suono del tamburo. Parte)