Il talismano, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA V
 
 GIANNINA, poi PERILLO
 
 Giannina
 Bravo, bravo Lindoro!
 Ho veduto, ho sentito,
 ho scoperto il mestier, tutto ho capito.
675Ma tu non sei l’oggetto
 che qui mi fe’ venir. Perillo ingrato
 mi sta nel cor. Veggiam se questi zingari
 avessero una polve, una bevanda,
 una pianta, un lapillo
680per fare all’amor mio tornar Perillo.
 Eccolo appunto. Oh cieli!
 Perillo è in libertà? Vieni, Perillo.
 Perillo
 Che vuoi da’ fatti miei?
 Giannina
 In prigione non sei?
 Perillo
685Parti, non provocarmi.
 Se segui ad annoiarmi...
 sai di che son capace...
 Vattene via di qui. Lasciam’in pace.
 Giannina
 Come! Minacci ancor? Perfido, indegno!
690M’abborri a questo segno? Aspetta, aspetta.
 Al padrone, al padron. Vuo’ far vendetta.
 
    Se uno zingaro indemoniato
 dalla carcere ti ha liberato,
 in galera innanzi sera
695il padron ti manderà.
 
    Eppure ancor mi piange il cor;
 sento qua drento di te pietà.
 
    Tu mi beffi? Tu sberleffi?
 Malcreato, disgraziato,
700cor ingrato, aspetta, aspetta;
 tu mi provochi a vendetta
 e vendetta si farà. (Parte)