Il talismano, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA XV
 
 PANCRAZIO e detti, poi PERILLO, poi GIANNINA, poi guardie
 
 Pancrazio
 
    Brava, brava, Carolina,
 voi parlaste alla Sandrina
 e d’accordo è con Lindoro,
480non è vero?
 
 Carolina
 
                         Sì signor.
 
    Van d’accordo fra di loro,
 sono entrambi d’un umor.
 
 Pancrazio
 
    Brava, brava... Ma conosco
 delle femmine l’usanza.
485Si prevenga l’incostanza.
 Presto... carta e calamaio.
 Chi è di là? Venga il notaio. (Ad un servo che uscito appena parte)
 
 Sandrina
 
 Ah signore, e mia sorella?... (A Pancrazio)
 
 Pancrazio
 
 Non t’ascolto pazzarella.
 
 Lindoro
 
490Aspettarla è conveniente... (A Pancrazio)
 
 Pancrazio
 
 Il balordo fa il saccente.
 
 Carolina
 
 Moderate un tal rigor. (A Pancrazio)
 
 Pancrazio
 
 Padre sono e son tutor.
 
 Lindoro, Carolina, Sandrina
 
    Fato! Sorte! Cielo! Amor!
 
 Pancrazio
 
495Padre sono e son tutor.
 
 Perillo
 
    Eccomi agli ordini (Uscendo dond’erasi ritirato)
 dell’illustrissimo
 e sapientissimo
 governator.
 
 Pancrazio
 
500   Signor notaio...
 non vi ravviso.
 
 Perillo
 
 Son Fiordaliso,
 sono iniziato,
 sono mandato
505dal superior.
 
 Pancrazio
 
    Dunque sedete,
 dunque scrivete.
 Ecco un contratto
 ch’è quasi fatto.
510Voi gli darete
 forma miglior.
 
 Perillo
 
    Son notaio e son dottor. (Perillo e Pancrazio seduti; l’uno scrive mentre l’altro gli detta piano)
 
 Sandrina, Carolina, Lindoro
 
 Ah Perillo, qual consiglio!
 Evidente è il suo periglio. (Fra loro sottovoce)
515Qualche mal gli arriverà.
 
 Carolina
 
    Porrò in mano il talismano
 e sarà quel che sarà.
 
 Lindoro, Sandrina
 
    Qual consiglio! Qual periglio!
 Qualche mal gli arriverà. (Come sopra)
 
  Carolina
 
520Ah sarà quel che sarà.
 
 Giannina
 
    Signor padrone, (Fortemente agitata)
 signor padrone!
 Oh che gran cosa!
 Sopravvenuto
525è il suo notaio,
 ben conosciuto.
 Dice che l’altro
 è un mentitore,
 un impostore,
530un ribaldaccio.
 
 Pancrazio (Levandosi impetuosamente)
 
 Oh cospettaccio!
 Brutto nasaccio (Levandosi impetuosamente)
 dimmi, chi sei? (Vuol prendere Perillo per il collo, a cui cade il naso posticcio)
 Come! Perillo
535ne’ tetti miei?
 Olà soldati.
 
 Lindoro, Sandrina
 
 (Siamo spacciati.
 Cieli soccorso).
 
 Carolina
 
 (Presto al soccorso). (Da sé, partendo frettolosamente verso la porta)
 
 Perillo
 
540   Sono amante sfortunato
 ma son giovine onorato.
 Perché tanta crudeltà?
 
 Giannina
 
 Core ingrato, ben ti sta.
 
 Pancrazio
 
 Guardie, guardie... Eccole là. (A suono di tamburo, vedesi entrare la guardia de’ granatieri. Carolina in virtù del talismano ha preso l’abito e la figura del sargente)
 
 Carolina
 
545   Alto, alto. (Ai soldati) Comandate. (A Pancrazio)
 
 Pancrazio
 
 Arrestate quel ribaldo
 e fra l’armi caldo caldo
 conducetelo in prigion.
 
 Lindoro, Sandrina, Perillo
 
 Per pietà, per compassion.
 
 Carolina
 
550   Presentate l’armi. (Ai soldati ch’eseguiscono)
 Baionetta in canna.
 il reo circondate,
 marchiate, marchiate. (A suono di tamburo, i soldati preceduti da Carolina conducono via il prigioniero)
 
 Lindoro
 
    (Carolina dov’è andata?)
 
 Sandrina
 
555(Ah Sandrina sventurata!)
 
 Lindoro
 
 (Dov’è andata Carolina?)
 
 Pancrazio, Giannina
 
 Disperata è la Sandrina
 e Perillo perirà.
 
 Sandrina
 
 Questa è troppa crudeltà.
 
 Lindoro
 
560(Carolina ove sarà?)
 
 
 Carolina
 
    Allegramente,
 allegramente. (Tornando in abito di granatiere)
 
 Sandrina, Lindoro
 
 Che cosa è stato?
 
 Pancrazio, Giannina
 
 Cos’è arrivato?
 
 Carolina
 
565Sinceramente
 tutto il colpevole,
 tutto ha svelato. (Piano a Pancrazio ed a Giannina)
 
 Pancrazio, Giannina
 
 Bene, benissimo,
 sia castigato.
 
 Carolina
 
570Perillo è libero
 e si è salvato. (Piano a Sandrina ed a Lindoro)
 
 Sandrina, Lindoro
 
 Il ciel giustissimo
 l’ha preservato.
 
 tutti
 
    Il cuor che pavido
575più non sarà
 l’interno giubilo
 celar non sa.
 
 Carolina
 
    Torno al quartiere.
 
 Pancrazio
 
 So il mio dovere. (A Carolina)
 
 Sandrina, Lindoro, Giannina
 
580Bravo soldato.
 
 Carolina
 
 Bene obbligato.
 So il mio mestiere
 ed ho operato
 con equità.
 
 tutti
 
585   Il cuor che pavido
 più non si sta
 l’interno giubilo
 celar non sa.
 
 Fine del atto primo