Il talismano, Milano, Bianchi, 1779

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIV
 
 CAROLINA in abito e figura di vecchia ed il suddetto
 
 Carolina
 Alfin, signor Pancrazio,
 alfine vi rivedo.
 Giubbilo, son contenta e appena il credo.
 Pancrazio
 Buona vecchia, chi siete?
 Carolina
890Ciel! Non mi conoscete?
 Perduti ho dunque affatto
 que’ gigli e quelle rose
 e tante belle cose
 che facevanmi dir per il contado:
895«La bella sposa del fattor Corrado!»
 Pancrazio
 Corrado! Voi Lisetta?
 La balia di mia figlia?
 Carolina
                                           Sì son quella.
 Non giovine, non bella,
 come per lo passato,
900ma qualcosa di buon m’è ancor restato.
 Pancrazio
 La gioia, la sorpresa (Con respirazione affannosa)
 mi tolgon la parola.
 Che fu di mia figliuola?
 Vive? Perì? Narrate...
905Dite, presto parlate.
 Carolina
                                       Adagio, adagio,
 dal viaggio affaticata dir non posso
 cento cose in un fiato.
 Pancrazio
                                          Una alla volta
 ditele ma parlate.
 Carolina
                                   Principiamo
 per ordine. A me piace
910dir le cose qual sono esattamente,
 schiettamente, lealmente...
 Pancrazio
                                                    E brevemente.
 Carolina
 Sì signore. Partimmo
 dal porto di Livorno.
 Sono... sono... mi par vent’anni e un giorno.
 Pancrazio
915Se seguite in tal guisa
 le cose a lambiccar lunghe e distese,
 resterete a parlar vent’anni e un mese.
 Carolina
 Oh che impazienza!
 Pancrazio
                                       Andiamo,
 sentiamo, concludiamo.
920Mia figlia è viva o morta?
 Carolina
 In mar la poverina...
 Pancrazio
 Lisaura è in mar perita?
 Carolina
 Non signor, non signor, Lisaura è in vita.
 Pancrazio
 Cielo, ciel, ti ringrazio. Ov’è Lisaura?
925Ov’è la figlia mia?
 Carolina
 Non so dir dove sia.
 Fu presa, fu involata,
 fu da me separata. Oh quanto! Oh quanto
 per lei ma invano ho camminato e pianto!
 Pancrazio
930E mio fratello e mia cognata?
 Carolina
                                                        Oh quelli
 tutti due poverelli
 gli ho veduti perire. Udite, udite,
 alle bocche di Cattaro
 giunti un giorno di festa,
935un’orribil tempesta...
 Pancrazio
                                          Basta, basta.
 Per un altro momento
 la storia riserbate.
 Stanca sarete, a riposarvi andate.
 Carolina
 È vero. Affaticata
940dal viaggio... e...
 Pancrazio
                                Dall’età.
 Carolina
                                                  Circa all’etade
 più di quel che pensate
 le forze ho conservate e se qui resto
 e mi riposo, sentirete ancora
 dirmi dalla città, dir dal contado:
945«La bella vedovella di Corrado».
 
    Non ho più quel primo fiore
 di freschezza e di beltà
 ma mi sento il mio vigore
 né mi pesa ancor l’età.
 
950   Se mi guardo nello specchio
 pena alcuna non mi fa;
 non s’accorge d’esser vecchio
 quel che vive in sanità.
 
    Questa regola non falla,
955l’allegria vuo’ coltivar.
 Se si canta, se si balla,
 vuo’ cantare e vuo’ ballar. (Accompagna il canto con qualche movimento di danza e parte)