Vittorina, Venezia, Zatta, 1794

 VITTORINA accompagnata dal segretario e dal cameriere della marchesa. ROBERTO in disparte
 
 Vittorina
 
    Un momento di respiro; (Alli due che l’accompagnano)
 camminar non posso più.
 Il ritiro è colassù
 e la strada non è piana.
870Non son nata una villana,
 non son nata in schiavitù.
 
    La signora in un ritiro
 vuol ch’io vada? Vi anderò.
 Ma un momento di respiro
875o di qua non partirò.
 
    Oh guardate, che indecenza! (Li due la pressano)
 Chi credete ch’io mi sia?
 (Ah! Mio cuor, la sofferenza...
 la virtù... la gloria mia).
880Deh scusate, perdonate,
 se il volete, io partirò. (S’incamminano verso la collina)
 
 Roberto
 (Ho capito, ho capito e profittare
 voglio dell’occasione). Vittorina. (Chiamandola)
 Vittorina
 Che volete da me?
 Roberto
                                     Dalla padrona
885dietro voi son inviato
 e degli ordini suoi mi ha incaricato.
 Il segretario e il camerier ritornino (Alli due)
 alle incombenze loro. È più decente
 che vi scorti il fattore o sia l’agente.
 Vittorina
890Quel ch’ella vuol si faccia.
 Roberto
                                                 Avete nulla (Al segretario che gli dà una lettera ed una borsa)
 da dir, da presentar?
 Vittorina
                                         Ma non vi ha detto?... (A Roberto)
 Roberto
 La lettera e la borsa,
 me l’ha detto, il sapea. Son cose usate.
 La padrona vi aspetta. Io resto, andate. (Alli due suddetti che partono)