Vittorina, London, Cadell, 1777

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 Il BARONE, poi il CAVALIERE
 
 Barone
 Eh son io il fortunato;
950e per me quel tesoro è destinato.
 Cavaliere
 Eccomi, agli ordin vostri
 reso mi son. Non altrimente avrei
 riposto il piè fra queste soglie.
 Barone
                                                         Eppure
 fra queste orrende soglie
955abita quella che sarà tua moglie.
 Cavaliere
 Ah genitor!
 Barone
                        Che vedo!
 Vi turbate? Fremete? A questo segno
 fissate ha le radici
 l’odio nel vostro cuore?
 Cavaliere
960Odio non è...
 Barone
                           Che cos’è dunque?
 Cavaliere
                                                               È amore.
 Eccomi a’ vostri piè. Senza volerlo,
 colpevole son io.
 Vittorina che amate è l’idol mio.
 Barone
 Come! Che! Vittorina!
965Alzatevi; che sento! E come? E quando?
 Cavaliere
 Sino dal primo dì ch’io la mirai,
 mi piacque e l’adorai. Forza mi feci
 per piacervi e obbedirvi. Ah l’amor mio,
 padre, è giunto a tal segno
970ch’ogn’altra aborro ed ho la vita a sdegno.
 Barone
 Povero figlio mio!
 Cavaliere
                                    Se il sagrificio
 necessario è all’onor, morir son pronto;
 imponete, ordinate
 ma ch’io lasci il mio ben non isperate.
975Ah padre...
 Barone
                        Figliuol mio,
 quanto t’amo lo sai ma debbo... Ohimè...
 Pietà... Cieli! Consiglio...
 Tutto farò per consolarti, o figlio!
 
    Una prova di tenero affetto
980è il veder che mi stacco dal petto
 la mia fiamma per cederla a te.
 
    Che bellezza! Che brio! Che portento!
 Io sperava di viver contento
 ma... quel core non era per me.
 
985   La passione m’attira per là.
 La natura mi spinge di qua.
 Miei pensier, miei desiri, che dite?
 La ragione ha deciso la lite.
 Mi par dura ma ingiusta non è. (Parte)