Vittorina, London, Cadell, 1777

Vignetta Frontespizio
 SCENA IX
 
 VITTORINA, poi il CONTE
 
 Vittorina
 No, cuor mio, non conviene
 lusingarsi per ciò. Ma viene il conte;
 minaccioso mi sembra; oh ciel! Sul passo
265riscontrato ha il rival. Temo, pavento
 pel cavalier.
 Conte
                         Della marchesa i torti
 stanco son di soffrir.
 Vittorina
                                        Chiede ella stessa
 di vedervi, o signor; ite, sperate
 che il suo cor ravveduto...
 Conte
                                                 Eh non consento
270di udirla più né più soffrir. Vendetta
 chiede l’onor, chiede l’amore offeso.
 Il mio rival col sangue
 pagherà i miei disprezzi.
 Vittorina
                                                Oimè! Qual colpa
 ha il cavalier, se accesa
275è di lui la marchesa? Egli non l’ama
 forse quanto credete. E chi v’accerta
 ch’egli aspiri a sposarla? Ah riflettete
 che atto fora inumano
 precipitare una vendetta invano.
 Conte
280Qual premura, qual zelo
 Vittorina ha per lui! Veggiam... Ma alfine
 son stanco di soffrir.
 Trar mi vuo’ quell’oggetto
 che alimenta il sospetto. E il cavaliere,
285da indifferenza o da ragion convinto,
 o mi ceda la sposa o cada estinto.
 Vittorina
 Facil men che pensate
 riuscirvi potrebbe; ha destra, ha cuore
 per difender la vita e il proprio onore.
 
290   Il cavaliere non conoscete;
 vi pentirete, ve lo prometto.
 (Il cor nel petto tremar mi sento).
 Egli ha una spada che val per cento,
 ha l’occhio all’erta, la mano ardita;
295l’onor, la vita difenderà.
 
    Ma... in confidenza... ma... fra di noi...
 io m’interesso solo per voi.
 Colla prudenza, colla pazienza,
 tutto si vince, tutto si fa.
300Ma se furore v’infiamma il core
 (tremo nel dirlo, voglio avvertirlo)
 ite a cercarlo, questa è la strada,
 colla sua spada risponderà. (Parte)