Germondo, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA VII
 
 Carcere.
 
 GERMONDO solo
 
 Germondo
 Qual orror! Qual silenzio! In ogni lato
 veggo l’ombra funesta
 del carnefice mio. Veggo la scure
 che sul capo mi pende. Odo il mugito
645dell’onde stigie; a sé mi chiama il nero
 condottiero inclemente.
 Eppure, eterni dei, muoio innocente.
 Ah Rosmonda, Rosmonda, ah! Sei tu sola
 che orribile mi rendi
650della morte l’aspetto. Oh dio! Potessi,
 in mezzo al mio martire,
 una volta vederti e poi morire.
 
    Deh vi mova, o giusti dei,
 a pietade il mio tormento,
655esaudite i voti miei,
 consolato io morirò.
 
 Ma del carcere i’ sento
 schiuder le ferree porte. Oh ciel! Si appressa
 il momento funesto.