Germondo, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA II
 
 ROSMONDA, poi CRATERO
 
 Rosmonda
505Che crudeli momenti!... Oh ciel! Cratero!
 Come da lui sottrarmi?
 L’importuno mancava a tormentarmi.
 Cratero
 Rosmonda, il tuo destino
 non sa farsi miglior; vive Alarico,
510durano i lacci tuoi e se speranza
 di Germondo nel cuor finora avesti,
 con le sventure sue tu la perdesti.
 Torno a offrirmi al tuo scampo.
 Rosmonda
                                                           E puoi tu stesso
 a un innocente oppresso
515nemici accumular?
 Cratero
                                      Forse in mia mano
 saria l’alma placar del padre irata.
 Farlo vorrei ma non lo merti, ingrata.
 Rosmonda
 Deh ritorna in te stesso,
 deh pensa alla tua gloria.
520Abbia la tua virtù merto e vittoria.
 
    Amore mi chiedi,
 ingrata mi credi.
 D’amarti il mio cuore
 non è in libertà.
 
525   Più nobile affetto
 deh accenda il tuo petto;
 d’amore l’ardore
 converti in pietà. (Parte)