Germondo, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA VII
 
 Giardini nel palazzo reale.
 
 GERMONDO, poi ROSMONDA
 
 Germondo
 
    Zeffiretti che intorno spirate,
 onde pure che al mare scorrete,
 più il martir del cor mio non calmate;
395più non siete il mio dolce desir.
 
    Cerco un antro, una rupe, uno speco,
 dove l’eco risponda ai sospir.
 
 Qual ardir, quale orror! Cieli! Una sposa!
 Una regina! Ah chi potea tal onta
400prevedere, temer? Ma il padre offeso
 me sospetta e minaccia. Oh dei! Soffrire
 potrò che su me cada
 l’ingiurioso sospetto?
 Io sarò d’ira e di rossore oggetto?
 Rosmonda
405Ah Germondo, che fai? Salvati, il padre
 reo ti crede e ti cerca e l’ordin diede
 per arrestarti.
 Germondo
                             Oh dei! Sai tu, mia vita,
 di qual fallo ei m’accusa?
 Rosmonda
                                                Ah dal suo labbro
 l’intesi io stessa e inorridii.
 Germondo
                                                    Che pensa
410il tuo cuore di me?
 Rosmonda
                                     Penso che invano
 vuolsi dell’altrui colpa
 macchiar la tua virtù. Ma fuggi. Oh stelle!
 Lisimaco s’appressa.
 Germondo
                                         Ah il fido amico
 contro me congiurato?
 Rosmonda
415Pochi restano amici a un sventurato.