Germondo, London, Cadell, 1776

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 ALARICO, poi ROSMONDA
 
 Alarico
 Ah! Da’ ritegni istessi
 di Cratero dubbioso è il reo svelato.
285Perfido figlio ingrato!
 Rosmonda
                                          Deh permetti
 che al giubbilo commune...
 Alarico
                                                    Olà. (Chiama le guardie)
 Rosmonda
                                                               Qual ira
 contro me? In che t’offesi?
 Alarico
                                                   Al duol perdona
 che mi toglie a me stesso. Olà, si cerchi
 e s’arresti Germondo e a me sia scorto. (Alle guardie)
 Rosmonda
290Come, signor? Il figlio tuo?
 Alarico
                                                    L’indegno
 tentò d’Alvida soggiogar gli affetti.
 Rosmonda
 Ah giusto re, permetti
 ch’io dica e ch’io sostenga
 che ingannato tu sei.
 Alarico
                                         Qual prova addurre
295puoi della sua innocenza?
 Rosmonda
                                                 Una ne vanto
 che può farti tranquillo e che mi onora.
 Sai che non arde un cuore
 di due fiamme ad un tempo. Oh cieli! Arrischio
 forse i tuoi sdegni meritar. Ma salvo
300l’onor suo, la tua pace. Ah per Alvida
 non arde il figlio tuo d’amore in petto;
 per me l’accese un innocente affetto.
 Alarico
 E questa, audace, onde i miei sdegni aumenti,
 parti ragion bastante
305per escluder la colpa? Un nuovo fallo
 in lui mi scopri e nol diffendi. Ardito
 chi contro al mio divieto
 la mia schiava sedur presume ed osa
 può l’audacia arrischiar fino alla sposa,
310proverà ’l mio rigor.
 Rosmonda
                                        Signor...
 Alarico
                                                          T’accheta.
 Vattene. Io più non soffro
 chi mi parla di lui.
 Rosmonda
                                     Di lui ti parlo,
 perché meglio di te quel cuor conosco.
 Parlo a un tenero padre, a un re clemente,
315guardati di punirlo, egli è innocente.
 
    Calma, oh dio! quel tuo sembiante,
 l’alma mia mancando va.
 
    Padre sei e nel tuo seno
 non si desta un’aura almeno
320di dolore o di pietà.
 
    Calma, oh dio! quel tuo sembiante,
 l’alma mia mancando va.
 
    Vedo il pianto sul tuo ciglio
 e non vedi del tuo figlio
325l’innocente fedeltà?
 
    Calma, oh dio! quel tuo sembiante,
 l’alma mia mancando va. (Parte)