Germondo, London, Cadell, 1776

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 ALVIDA, poi CRATERO
 
 Alvida
 Stelle! Che intesi mai! Qual nova speme
 m’anima, mi conforta?
 Germondo, idolo mio, d’amor capace
35è il tuo bel cor?.... Ma che ragiono audace?
 Come, ah come sperar del figlio in petto,
 sposa del genitor, destare affetto?
 Cratero
 Perché sempre sì mesta,
 perché afflitta, o regina?
 Alvida
                                               Ah, del mio core
40mio malgrado, Cratero,
 penetrasti l’orror; piucché io non dico,
 dagli occhi miei, da’ miei sospir tu vedi
 e la cagion del mio dolor mi chiedi?
 Cratero
 Alarico vivente, un novel foco
45potea farti arrossir ma, poiché il padre
 chiuso per sempre ha il ciglio,
 contrastarti chi può d’amare il figlio?
 Alvida
 Ah questo amor che nacque
 in seno della colpa
50di rendere innocente invan presumo;
 eppur.... fato inumano!
 Tento vincer me stessa e ’l tento invano.
 
    Sventurata, invan mi lagno,
 sordo il ciel è al mio lamento;
55ah! Potessi un sol momento
 la mia fiamma in sen calmar. (Parte)