Le nozze in campagna, Venezia, Fenzo, 1768

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 CECCHINA, CARLONE, poi MENGHINA
 
 Carlone
 Va’, che sei fortunata.
 Cecca
 Quando sarò sposata!
 Carlone
865Questa sera.
 Menghina
                          È permesso... alla Menghina...
 salutar il padrone e la Cecchina?
 Carlone
 Cosa vuoi? Del fratello
 che porti qua di bello?
 Menghina
                                            Eh niente affatto.
 Carlone
 Niente; ma là guidato
870fu da te, da notaro travestito.
 Menghina
 Non lo nego; ma già tutto è finito.
 Carlone
 Questo lo so ancor io. Cecca al contino
 fra momenti darà la man di sposa.
 Menghina
 Pensa da saggia e fa una bella cosa. (Ironica)
 Cecca
875(Mi loda!)
 Carlone
                      E l’insolente
 di Lallo impertinente,
 con tutta la scrittura a me rubata,
 vedrà Cecca fra poco maritata.
 Cecca
 (Così non creperà).
 Menghina
                                      Per la scrittura,
880non vi prendete cura; a Sandro intanto
 poco fa in questo loco,
 Menghina all’improviso
 tolse la scritta e lacerò sul viso.
 Carlone
 È vero?
 Menghina
                  E a Lallo appresso
885m’impegno far lo stesso.
 Carlone
                                               Da Carlone
 per questa buona azione
 sarai ricompensata.
 Menghina
                                       Io nulla chiedo.
 Cecca
 (Che favelli davver credo e non credo!)
 Menghina
 E voi pur la contessa in questa sera... (A Carlone)
 Carlone
890Sì, di sposar destino;
 ma non mi vuol vicino
 e quando che m’accosto un sol momento
 par che vada per noia in svenimento.
 Menghina
 Questo è niente; Menghina,
895benché vil contadina,
 con due parole sole che le dica
 se non amante ve la rende amica.
 Carlone
 In casa mia si trova.
 Menghina
 Volete che mi prova?
 Carlone
900Sì a tuo piacer le parla e se ti basta
 renderla ver Carlone men renitente,
 dieci scudi ti dono immantinente.
 Menghina
 Vo subito a provar. (Ah se mi riesce
 il colpo meditato,
905Menghina è ricca e Lallo fortunato).
 
    Parlerò, non dubitate,
 la contessa cederà;
 ma sta bene che imparate
 un po’ più di civiltà.
 
910   Siam noi donne delicate,
 di cor tenero, pietoso
 e un amante rispettoso
 piace, alletta e giù ci fa.
 
    Si stringe la mano
915ma non da villano;
 si fa di penino
 ma senza dar calci,
 si sta da vicino
 ma senza appoggiarsi,
920si fa che si vuole
 ma con proprietà. (Parte)