Le nozze in campagna, Venezia, Fenzo, 1768

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA XII
 
 SANDRO, CARLONE e detti
 
 Sandro
 Eccoli là vedete!
 Carlone
 Dov’è Lallo? Favella.
 Cecca
 (Povera me!) Nol so...
 Carlone
                                          Sì, briconcella,
 sì che lo sai...
 il Conte
                           Scacciato
290da questa spada è stato.
 Menghina
                                              Oh! Gran bravura
 far fuggir un poltron! Se il ver sapevo
 la parucca aggiustar io vi volevo.
 Carlone
 Vieni qui...
 Cecca
                        Non so niente...
 È Sandro un maldicente.
 Menghina
295Sandro! Che cosa c’entri?
 Sandro
 Eh non sa quel che dica.
 Carlone
 Meno ciarle; del conte,
 benché nol merti, ingrata,
 ti ho sposa destinata.
 Cecca
300Del conte?
 Menghina
                       Non lo vuole.
 Carlone
 Lo prenderà. Contino
 a casa ve ne andate
 e colà m’aspettate; e Sandro intanto
 nella città un notaro a chiamar vada.
 Sandro
305Il notar sì signor... Lunga è la strada.
 Ma il troverò... Confuso
 dalla nuova e stordito
 che risolver non so... Eh Sandro io sono,
 ci vuol testa e nel caso
310far nascer un notar son persuaso. (Parte)
 Carlone
 Mi siegui e non far smorfie. Alfin contessa
 ti fo. Che cosa bella!
 E doman non sarai più villanella.
 
    Con un conte maritata
315non sarai più contadina:
 «L’illustrissima Cecchina»
 per la villa si dirà.
 
    Dallo sposo accompagnata,
 con un palmo di conciero
320e la coda praticata
 ciaschedun t’ammirerà.
 
    Saluti profondi,
 inchini rotondi,
 baciate di mano,
325serventi languenti,
 sospiri veementi
 son cose alla moda
 e Cecca contessa
 la moda godrà. (Parte)