La cameriera spiritosa, Venezia, Fenzo, 1767 (L’astuzia felice)

 SCENA XVI
 
 BERTOLINA e poi MARIANNA
 
 Bertolina
 Che imbroglio è questo? E come mai raggira
 oggi Lucrezia sola
940il cervello di tutti a suo piacere?
 Non mi posso io dolere,
 se le arti sue, malnote, oggi mi fanno
 di Leandro consorte. A quel che vedo
 credo intanto o non credo. Eh, giacché viene
945la padroncina mia rival, di lei
 vendichiamoci almen quanto vorrei.
 Marianna
 Che nuove abbiamo di Leandro?
 Bertolina
                                                              È morto.
 Marianna
 È morto!
 Bertolina
                    Sì, per voi mia signora.
 Marianna
 E non per gli altri ancora!
 Bertolina
950Per me no.
 Marianna
                       Come no!
 Bertolina
                                           Ne domandate
 la gran ragione al padre vostro.
 Marianna
                                                           Ahimè!
 Non si potria da te
 risaperla più presto?
 Bertolina
 Dirla io non posso ed un gran punto è questo.
 Marianna
955Chi te l’ha divietato?
 Bertolina
 Leandro istesso.
 Marianna
                                 Ingrato!
 Cosa ha teco da fare?
 Bertolina
                                         Anch’io ho saputo
 guadagnarmi quel cor sì caro a voi
 che ora è di me ripieno.
 Marianna
960Di te, sfacciata! Ah non lo dire almeno.
 
    Chi ha qualche stima
 del proprio onore
 non dee la prima
 parlar d’amore;
965ci vuol giudizio
 per farsi amare;
 farci pregare
 dobbiamo ancor.
 
    Non hanno gli uomini
970certo rossor;
 ma per le femmine
 vi è del rigor. (Parte)