La cameriera spiritosa, Venezia, Fenzo, 1767 (L’astuzia felice)

 SCENA XI
 
 LUCREZIA e PASQUINO
 
 Pasquino
 
    Padrona stimatissima
 le son buon servitor.
845Ella è spiritosissima,
 ella è di buon umor.
 
    Mi ha preso per un cavolo,
 son semplice di cor;
 ma se mi tenta il diavolo
850son malizioso ancor.
 
 Lucrezia
 Ah il mio caro Pasquino...
 Pasquino
                                                 Mi perdoni,
 ella troppo si abbassa, è troppo buona,
 troppo onore mi fa la mia padrona. (Ironico)
 Lucrezia
 Io padrona?
 Pasquino
                          Che serve
855ch’ella finga di più? Si è divertita
 abbastanza finor. Son servitore
 ma mi scusi, signora,
 io per buffon non ho servito ancora.
 Lucrezia
 Rido di tal idea.
 Pasquino
                                Rida, ha ragione;
860ma lo dirò al padrone.
 Lucrezia
                                           E mi credete
 la signora Marianna?
 Pasquino
                                          Sì signora
 ed ho veduto or ora
 il mio padrone sviscerato amante
 alla sua sposa inginocchiato innante.
 Lucrezia
865Alla sua sposa? (Ridendo)
 Pasquino
                                A lei.
 Lucrezia
                                            Povero sciocco!
 Era a’ miei piedi inginocchiato, è vero;
 ma vi dirò il mistero.
 La padrona...
 Pasquino
                           Che è dessa...
 Lucrezia
                                                      La padrona (Con forza per esser ascoltata)
 è con lui disgustata,
870mi ha il cavalier pregata
 di placar i suoi sdegni. Io non volea
 meschiarmi in tale affar; ed ei meschino,
 tenero, appassionato,
 per pregarmi di cor s’è inginocchiato.
 Pasquino
875Scusi, signora mia,
 nulla credo di ciò.
 Lucrezia
                                   Nulla credete?
 Pasquino
 No davver.
 Lucrezia
                       E pensate
 che la padrona io sia?
 Pasquino
                                          Ne son sicuro.
 Lucrezia
 Ora vi chiarirete. Bertolina. (Chiamandola verso la scena)