La cameriera spiritosa, Venezia, Fenzo, 1767 (L’astuzia felice)

 SCENA VI
 
 BERTOLINA e detti
 
 Filiberto
705Bertolina?... Anche tu frasca, pettegola,
 di Leandro invaghita
 gli dai mano a venir per casa mia.
 Bertolina
 Io?... Alla padrona mia...
 l’ho detto sol da scherzo.
 Lucrezia
                                               Eh confessate
710senza difficoltà, che il padron nostro
 è buono più che non credete; e poi
 non ha per le sue serve
 quei riguardi ch’ei deve ad una figlia.
 (Fa’ tu le parti tue,
715che io ti faccio sposar uno di due). (A parte a Bertolina)
 Bertolina
 Basta... Non so... (Confusa)
 Filiberto
                                  So io
 che dal silenzio tuo, dal tuo rossore
 tutto capisco; e sì discreto io sono
 che a Leandro perdono
720e se sposarti vuol meco ragioni.
 Rinunci a mia figliuola...
 che forse, forse...
 Bertolina
                                  Vi prendo in parola
 ma non mancate poi.
 Lucrezia
                                         Come! Ti pare
 che abbia mai da mancare
725un uom di questa sorte? Cosa dite?
 Voi bramate Leandro... Signorsì. (A Bertolina)
 E voi glielo accordate... Sì signora. (A Filiberto)
 Da una parte e dall’altra il passo è fato
 e andar potete a stendere il contratto.
 
730   Sposa bella venga avanti.
 Ed all’uso degli amanti
 lei si faccia corteggiar...
 
    Finga qui per un tantino
 ch’io sia il caro suo sposino
735ma si degni e badi a me;
 quel bel volto se rimiro,
 fugge l’alma in un sospiro;
 e poi ride nel mio petto
 per tornare a sospirar.
 
740   Ma guardami carina,
 rida un po’ quella bocchina,
 siamo inver bene accoppiate,
 siete bella in verità.
 
    (Oh che gusto, oh che diletto!
745Più di questo non si dà). (Parte)